Mutilazioni alle donne, gli stranieri le giustificano: “Non cambiamo la nostra cultura”: il reportage dell’orrore
“Non è che se vieni in Italia la cultura cambia, la cultura è cultura“. Inizia così un’inchiesta inquietante e allarmante realizzata dal Giornale sulle donne di cultura islamica che vivono in Italia e la pratica terribile dell’infibulazione: che noi occidentali aborriamo come barbara e umiliante per le donne, ma che invece viene addirittura rivendicata come segno di una tradizione che non si può e non si deve cancellare. Le parole sopra citate appartengono ad affida un migrante camerunense di 50 anni che lavora in un salone di bellezza a Roma. Afferma intervistato dal Giornale che la pratica dell’infibulazione è una pratica tutt’ora utilizzata nelle comunità di stranieri che sono sul nostro territorio nazionale. Naturalmente la pratica è vietata dal nostro ordinamento, con una pena che può arrivare fino alla reclusione a 12 anni. Pertanto le donne tornano nei paesi d’origine per essere sottoposte alla clitoridectomia.
“Secondo un’indagine condotta dall’università Milano Bicocca, in Italia sarebbero più di 85mila le straniere portartici di mutilazioni genitali femminili (Mgf). Di queste, da 5 a 7mila sono minori. È una pratica diffusa in Africa, nel sud della penisola araba e sud est asiatico che è arrivata anche in Occidente attraverso i flussi migratori”. Allucinante. La pratica viene considerata un rituale irrinunciabile per alcune mentalità tipica delle società a stampo patriarcale. L’infibulazione viene usata on chiave di fedeltà coniugale, per annientare il piacere sessuale femminile. Molti uomini, addirittura, la pretendono come condizione per contrarre il matrimonio. Parlare di integrazione in questo caso è quasi impossibile.
Infibulazione: “Una pratica necessaria”
Ecco cosa ne pensa un vecchio somalo intercettato a Roma. “Personalmente sono contrario, ma in molti pensano che sia una cosa necessaria per evitare che le donne se ne vadano in giro in cerca di sesso appena iniziano ad avere gli ormoni e diventare signorine”. Agghiaccianti parole che si riversano contro il Paese che li ospita con giudizi tagliati con l’accetta. “Quante ragazze – aggiunge al cronista- già a quindici anni rimangono incinte qui in Italia? Queste cose – prosegue – in Somalia non le accettano”.
“Allah ha creato noi uomini perfetti”
Una donna intervistata a Pescara, invece soffre la situazione. Somala di nascita e pescarese di adozione, ha subito un vero e proprio abuso, che ricorda con dolore: “Mi tenevano braccia e gambe, non ricordo in quante fossero, mi hanno tagliata contro la mia volontà, dicevano che era per il mio bene”. Un atto inaccettabile che mai e poi mai -giura- riserverà alle sue figlie: “Le mutilazioni dei genitali sono una pratica orrenda che lascia cicatrici non solo sulla pelle ma anche nell’anima”. Mettere al mondo le sue figlie, infatti, dopo una mutilazione del genere è stato atroce. Giura che le sue figlie mai e poi mai saranno sottoposte a questa terribile usanza.
Ma non solo gli anziani dichiarano fedeltà ai loro rituali atavici, infischiandosene degli stili di vita dei luoghi ini cui vivono. Si dichiara favorevole all’infibulazione anche un ventenne nigeriano. “Per me è giusto fare questo alle ragazze, ne conosco tante – dichiara al quotidiano milanese – che non l’hanno fatto e che iniziano con il sesso già a dieci, undici e dodici anni, anche qui in Italia”. Quando gli chiedei se le regole sessuali dovrebbero valere anche a parti invertite, allora si rivolge ad Allah. Dell’equivalente maschile però non vuol sentir parlare: “Non sono d’accordo, penso che Allah abbia creato noi uomini perfetti, non serve essere circoncisi”.
Che bella religione!!!!!
Queste sono cose da barbari perché non castrano gli uomini?
Espulsione immediata dall’Italia visto che non si integrano e preferiscono la loro cultura. Non sanno nemmeno cosa significa integrarsi e non ci pensano nemmeno lontanamente si integrano solo per questione di soldi.