Marco Travaglio rivuole il bollettino quotidiano dei morti che aveva scandito il primo lockdown

17 Ott 2020 13:13 - di Monica Pucci

Anche oggi “Il Fatto Quotidiano” ci regala paginate e paginate in difesa dei grillini (perfino della sindaca Raggi) e del governo Conte (perfino del disastroso commissario Arcuri). L’obiettivo è dimostrare, da un lato, che è tutta colpa delle Regioni (di alcune, in particolare, quelle di destra), dall’altra di rassicurare gli italiani che in fin dei conti la situazione non è poi così grave. Come sul giornale di Travaglio ha sostenuto Domenico Arcuri, commissario all’emergenza Covid, che poi ha ribadito il concetto a margine del vertice di questa mattina con le Regioni.

Arcuri e l’emergenza che non esiste

“Non siamo in una fase drammatica. I ventilatori sono nella disponibilità delle Regioni. La seconda ondata è diversa dalla prima, ma più ci aiutano gli italiani e minore sarà la necessità di misure drastiche”, etto il commissario straordinario, Domenico Arcuri, nella sede della Protezione Civile a Roma. “Dobbiamo fare più tamponi, diventare più forti e tempestivi, e più test molecolari, soprattutto in queste settimane”, ha aggiunto. “Sono disponibile a ricominciare gli acquisti centralizzati di tamponi, reagenti e test antigenici per arrivare a 200mila tamponi molecolari al giorno e 100mila test rapidi antigenici al giorno”, ha detto Arcuri, secondo quanto si apprende, rivolgendosi alle Regioni nel corso del confronto. “In questa settimana abbiamo raggiunto il picco di oltre 150mila tamponi effettuati al giorno, un numero che deve aumentare visto l’evolversi della pandemia”, ha poi sottolineato il commissario.

Marco Travaglio auspica il ripristino del bollettino dei morti

L’House organ di Conte, per voce del suo direttore, oggi auspica perfino il ritorno del nefasto bollettino dei morti e dei contagiati. Ecco cosa scrive Marco Travaglio: “Per fortuna Palazzo Chigi non pare intenzionato a varare nuove misure a breve: prima si misurano gli effetti delle nuove misure e della loro osservanza da parte dei cittadini, riscontrabili non prima di 10 giorni; poi si vede. Annunciare, invocare, far trapelare ora nuove strette serve solo ad aumentare il caos e a seminare il panico, oltre a svalutare i divieti e le raccomandazioni del Dpcm di martedì”.

“Forse sarebbe il caso di ripristinare ogni pomeriggio la conferenza stampa della Protezione civile e del Cts che ci accompagnò nel lockdown: molti le imputavano un eccesso di allarmismo, invece era (e sarebbe) un’ottima occasione per fare il punto sulla pandemia e leggere correttamente i dati. Che, visti così, dicono tutto e il suo contrario. Viene spontaneo il confronto con quelli di sette mesi fa, che però è fuorviante. Il 21 marzo, giorno del picco massimo, i nuovi positivi erano 6.557: ieri 10.010. Stiamo dunque peggio oggi? Al contrario: tutti gli altri parametri dicono che stiamo molto meno peggio…”.

Ma i suoi pupilli di governo lo sanno?

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