L’ultima crociata antifascista: una legge per vietare i gadget del Duce
È sempre l’ora del Duce. Proprio come i Pavesini della réclame di Carosello. Se ne può parlare sempre, purché se ne sparli. Ancora meglio è spargerlo come prezzemolino avvelenato in ogni minestra. Persino in tempi di Covid. Non stupisce perciò che Maurizio Verona, sindaco di Sant’Anna di Stazzema, stia raccogliendo firme in calce ad una proposta di legge d’iniziativa popolare per vietare la produzione e la vendita di oggetti che richiamano la simbologia del fascismo. Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, è stata teatro della più feroce rappresaglia nazista in Italia. Che lì il dopoguerra sia ancora in corso, è circostanza più che comprensibile. Lo è molto meno la finalità dell’iniziativa del suo sindaco.
Il sindaco di S.Anna di Stazzema sta raccogliendo le firme
Per tutti si tratta di una crociata anti-gadget. ma forse si pecca per difetto. La storia insegna che il furore iconoclasta si sa dove comincia, ma non dove finisce. Vietare tutto ciò che richiama la simbologia del fascismo è formula vaga e insidiosa. Certo, i gadget saranno i primi a cadere sotto la mannaia del sindaco. E quindi addio a ciondoli, miniature, calendari, statuine, busti, poster e tutto il reliquiario per la gioia di inconsolabili nostalgici. Ma che succederà una volta ritirata da bancarelle e vetrine la mercanzia del Ventennio? Entrerà in azione l’anonima delatori di Speranza per denunciare il vicino in orbace? E chi può escludere che dopo fez e pugnali non arrivi anche l’ora dei libri? Non di tutti, ovviamente, ma solo di quelli che del fascismo e del suo Duce non sparlano. E buttala via coi tempi che corrono.
Poi vieteranno anche i libri sul Duce?
Se Verona è arrivato a chiedersi «come definire se non fascista il pestaggio di Willy (il ragazzo massacrato a Colleferro da due balordi palestrati, ndr)», è la prova che tutto è possibile. Persino che a qualcun altro venga in mente di vietare la produzione e l’acquisto dei libri “non conformi” sul fascismo. E semmai di mandare al rogo quelli in circolazione. Esagerazioni? Può darsi. Ma solo fino a un certo punto. Purtroppo abbiamo dimenticato che esiste un modo comunista di essere antifascisti che non è democratico. È lo stesso del sindaco Verona. Si metta perciò l’anima in pace: c’è più libertà nei gadget del Duce che nella legge con cui vuole vietarli.
Queste sono le priorità della sinistra per il popolo italiano! Andate a farvi fottere…ci avete proprio scassato gli ammennicoli. lavorate di più, meglio e soprattutto fissate delle visite dallo psichiatra.
Caro Sindaco, fatti fare un bel encefalogramma! Ne hai proprio bisogno!
c’è meno fascismo nel vendere i gadget del ventennio che nella legge che vuole vietarli.
ma perché si da spazio a volontà di impedire vendita di gadget di un evento storico di 100 anni fa?
Le iniziative dei veterocomunisti odierne sono ridicole, una settimana fa sul canale FOCUS hanno trasmesso alle 3,00 del mattino, per pochi intimi, un bellissimo reportage/testimonianza filmata sui massacri di Lenin post rivoluzione d’Ottobre ‘ 17 e di quel criminale paranoico di Stalin degli anni 25 – 38 con decine e decine di milioni di morti atroci per edificare l’uomo nuovo del social-comunismo……………avevo letto dei libri, pochi in verità, ma vederlo nei filmati è talmente impressionante che persino Hitler appare un modesto chirichetto……………e pensare che i comunisti italiani adoravano questo infame e volevano trasformare l’Italia nel Paradiso socialista sovietico.
SEMPLICEMENTE RIDICOLI!!!!! Pensano di far presa sulla gente che “non” pensa o che pensa come loro.
La madre dei cretini è sempre incinta!