L’immunologa Viola: “Un nuovo lockdown è inaccettabile. Il governo sapeva e non si è mosso”

26 Ott 2020 10:46 - di Eugenio Battisti

“E’ inaccettabile perché sapevamo che sarebbe arrivata la seconda ondata”. Un attacco durissimo all’ultimo dpcm e alle nuove restrizioni arriva da Antonella Viola, immunologa dell’università di  Padova.

Viola: inaccettabile un nuovo lockdown

“Il lockdown è stato necessario nella prima fase dell’emergenza coronavirus. Perché eravamo impreparati”, dice dai microfoni di Agorà su Rai 3. ” Nella seconda fase non deve esserci un lockdown generalizzato. E’ inaccettabile perché sapevamo che sarebbe arrivata, anche se qualcuno l’ha negata. Eravamo preparati”. Per la giovane ricercatrice veneta il governo Conte si è mosso da irresponsabile.

“Non di può andare avanti con le punizioni”

“Sapevamo che con la riapertura delle scuole e con il lavoro tornato alla normalità saremmo stati in questa situazione. Noi non possiamo permetterci di andare avanti tra lockdown, semi-lockdown, coprifuoco e sistemi punitivi per la società e l’economia. Dobbiamo pensare alla salute globale perché ci sono persone che vanno in depressione”. Il j’accuse di Viola si aggiunge alla lunga lista di critiche alla gestione del premier Conte di fronte all’impennata di contagi ampiamente prevista.

‘Not in my name’: il governo non si è mosso in tempo

La scienziata non si limita a criticare. In un lungo post su Facebook indica le misure alternative per frenare la corsa dell’epidemia. Dopo avere espresso contrarietà alla chiusura di bar e ristoranti alle 18,  “not in my name”, illustra le sue proposte punto per punto.

Prima voce:  problema scuola-trasporti. “Prime 3 classi delle superiori lezioni in presenza con ingressi sfalsati. Ultimi 2 anni didattica a distanza, al ” 75%”. Nelle prossime settimane – aggiunge Viola –  trovare nuovi mezzi e personale per far tornare tutti in presenza.

Secondo punto: chiusure. “Identificare attraverso i dati di tracciamento raccolti tra maggio e la prima settimana di ottobre i luoghi a maggior rischio di contagio. Chiudere solo quelli. Per esempio, se salta fuori che nei cinema non ci sono stati contagi, perché chiuderli?. Nelle prossime settimane: adeguare i locali o le regole per permettere le riaperture”.

Terza questione: contagi. “Subito: Dad per università. No sport da contatto. Lavoro agile per chiunque non sia necessario sul posto di lavoro. No cerimonie religiose. No sport invernali. Chiare indicazioni per gli anziani. E le persone con patologie. Devono vedere il minor numero di persone possibile. E sempre con mascherina per tutti.  quindi niente pranzi, caffè o qualunque occasione in cui non si tenga la mascherina). Se ristoranti aperti (vedere sopra), massimo 4 persone al tavolo (a meno che non siano un unico nucleo familiare). Mascherina obbligatoria sempre dalle scuole medie. Nelle prossime settimane: far arrivare i test rapidi in ospedali, Rsa, scuole, fabbriche. Assumere personale per il tracciamento. Aumentare posti letto in ospedale e assumere personale sanitario. Questo è l’unico punto che in realtà non è fattibile in poche settimane”.

“No all’autonomia, sì alla buona gestione dei competenti”

“Durante un’intervista – ha precisato la scienziata –  mi è stato detto che in Veneto abbiamo fatto benissimo,  quindi io sono favorevole all’autonomia delle Regioni. Io ho detto che questo non ha senso. Perché se fossi in Lombardia o in Campania direi esattamente il contrario. Quindi no, non sono per l’autonomia. Ma sono favorevole alla buona gestione delle persone competenti”.

“Basta strumentalizzazioni politiche”

Infine, stop alle strumentalizzazioni. “Ci sono Regioni di destra che hanno fatto male e Regioni di sinistra che hanno fatto male.  Il Veneto ha fatto benissimo, non c’è nessun dubbio su questo. Perché c’è una medicina territoriale che non è stata umiliata negli ultimi anni a favore di grandi ospedali privati”. Persino il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri si è detto “perfettamente d’accordo con la professoressa Viola”. “Ho sempre pensato che, laddove c’è un protocollo e laddove il protocollo viene rispettato con rigore e severità, il rischio di contagio è estremamente basso. Quindi su questa misura, la chiusura dei locali alle 18, non sono pienamente d’accordo“.

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