L’allarme dello scienziato: «Tutti concentrati sul Covid ma così lasciamo morire tanti malati di cancro»

19 Ott 2020 14:48 - di Leo Malaspina

E’ di ieri la notizia di una donna di 31 anni che in Inghilterra è morta di tumore per non aver potuto fare la chemioterapia.  Si chiamava Kelly Smith, aveva 31 anni ed era di Macclesfield: lavorava come estetista e aveva un figlio di 6 anni, da 3 anni si sottoponeva a cicli di chemioterapia, ma con il covid le è stata negata la terapia per tre mesi. Una vicenda che accende la luce su un problema che inizia a farsi stringente anche in Italia: l’impossibilità di curare tutti, e bene, anche per gravi casi di tumore, in un periodo di sovraffollamento delle strutture ospedaliere e degli strumenti diagnostici, monopolizzati dall’emergenza Covid.

L’allarme del professor Mantovani: “Il Covid penalizza gli altri malati”

L’ immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’ Humanitas, , in una intervista alla Stampa, lancia l’allarme: “Sono convinto che non dobbiamo parlare solo di coronavirus, il che non vuol dire abbassare la guardia, ma non ripetere gli errori della prima fa. I numeri sul cancro sono drammatici. Nei mesi scorsi abbiamo perso un milione e mezzo di esami senologici e ci sono dati simili su altri tumori. Le persone hanno paura di ospedali e ambulatori e questo provoca danni enormi, mentre tutto si può fare in sicurezza”.

 Migliaia gli esami in meno per la prevenzione dei tumori

Nei giorni scorsi l’allarme era arrivato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Nei primi cinque mesi del 2020, secondo una stima dell’Osservatorio nazionale screening, sono stati eseguiti circa 1,4 milioni esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dati che significano la diminuzione di nuove diagnosi di tumore al seno (2.099 in meno) e del colon-retto (611 in meno) e una mancata individuazione delle lesioni, spia di quest’ultima neoplasia (quasi 4mila adenomi avanzati del colon retto non diagnosticati) o del cancro alla cervice uterina (1676 lesioni in meno rilevate).  alle istituzioni di potenziare la telemedicina e di creare percorsi di collaborazione con la medicina del territorio”.

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