La Svezia senza lockdown raccontata da un’italiana: “Qui anche Greta Thunberg gira senza mascherina”

29 Ott 2020 15:11 - di Valter Delle Donne
Svezia, lockdwon

«In Svezia anche Greta Thunberg va in giro senza mascherina. L’ho incontrata il 16 ottobre in un centro commerciale di Stoccolma con la mamma, anche lei senza mascherina. Mi sono letteralmente sbattute addosso, alla faccia del distanziamento sociale». Patrizia Spattini è una signora di origine emiliana che vive e lavora in Svezia da ormai sei anni e racconta una situazione inedita sulla nazione che ha rifiutato il lockdown.

Andrea Scanzi sostiene che in Svezia stanno morendo come mosche, è vero?

«Una fesseria. Ma Scanzi non è uno scienziato. È più grave quello che disse il dottor Burioni a “Che tempo che fa”. Disse che nella civilissima Svezia «chi ha più di 80 anni rimane fuori dalla terapia intensiva».

Non è vero?

«Io mi informai subito, visto che ospito in Svezia mia suocera italiana, che ora ha 88 anni. Ho creduto alle parole del dottor Burioni e mi sono spaventata. Ho scritto immediatamente ai nostri rappresentanti diplomatici in Svezia. In realtà, mi hanno spiegato che esiste soltanto una circolare interna in un’ospedale di Stoccolma. Si legge che solo in caso di situazioni di eccezionale gravità, e solo se il numero di pazienti divantasse insostenibile. In quel caso, quel singolo ospedale di Stoccolma, nei casi estremi citati, avrebbe privilegiato i più sani. Tuttavia non faceva riferimento all’età anagrafica del paziente, ma biologica».

A questo punto, la signora Spattini mi fa leggere il carteggio che per ragioni di privacy non possiamo divulgare. La lettera smentisce le frasi di Burioni. 

In questi giorni lei è tornata in Italia. Quali differenze nota?

«La differenza è notevole. Qui mi pare che sei fai una sola critica sulla gestione del Covid ti bollano come negazionista. Vieni attaccato se esprimi una opinione diversa. Di sicuro la cosa incredibile è che a Stoccolma non ti rendi quasi conto della pandemia. Qui, dove sto io ora, in provincia di Genova, vivono tutti nel terrore».

Vuole dirmi che i telegiornali svedesi non bombardano i telespettatori di notizie sul Covid?

«Non c’è paragone. I notiziari aprono con le informazioni classiche nei titoli. Politica, interni, esteri, sport. Solo all’interno del notiziario c’è uno spazio quotidiano dedicato alla diffusione del coronavirus».

Ma lei indossa la mascherina?

«In Svezia all’aperto non la porta quasi nessuno. Il governo lascia libero il cittadino di farlo. Il consulente tecnico scientifico del governo, che possiamo paragonare al Brusaferro svedese, la reputa controproducente. Sostiene che, se non è indossata bene, può essere più dannosa che altro. Insomma, per gli scienziati svedesi ci sono più contro che pro».

In Svezia c’è qualcuno che invoca il modello italiano?

«No, nessuno. Ma la popolazione è divisa sull’opportunità di indossare la mascherina o meno. Quello sì».

La sua esperienza diretta con il Covid?

«Io penso di averlo preso, ma a dicembre, dopo che mio marito era tornato dalla Cina con un brutto raffreddore. Non sapevamo ancora del virus. E all’epoca non si facevano ancora i tamponi. Ho anche un parente alla lontana morto per Covid. Aveva 55 anni e aveva patologie pregresse. La cosa ci ha scioccato, ovviamente. Tra le centinaia di persone che conosco in Svezia conosco solo questo come caso personale e diretto».

Vedendo le differenze tra Svezia e Italia, secondo lei perché funziona quella gestione del coronavirus?

«Va premesso che il loro Welfare è eccezionale. Non ci sono paragoni con il nostro. Un esempio? In Svezia, se sei malato ti portano la spesa a casa. Gli over 70 fino a due settimane fa erano invitati a stare a casa. E ubbidivano e rimanevano a casa.

Altre differenze clamorose tra Italia e Svezia?

«Il governo svedese ha invitato la gente a uscire e fare attività all’aria aperta perché sostiene che aiuta a combattere il virus»

Secondo lei perché in Svezia non c’è stato bisogno del lockdown?

«Perché il governo ha dato dei suggerimenti e gli svedesi li hanno seguiti disciplinatamente. Ad esempio, hanno spiegato che le mani vanno lavate per il tempo della prima strofa dalla canzone Mamma Mia degli Abba. Come un gioco. E lo fanno tutti, canticchiando Mamma mia». 

Vuole farmi credere che sono bastati dei suggerimenti del governo, senza Dpcm o diktat o droni?

«È proprio così. Perché per gli svedesi i suggerimenti sono regole. Per noi italiani, invece, le regole sono suggerimenti».

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