La Cirinnà, bordate a Zingaretti: «Non sono una formica, non mi monto la testa e resto umile»
«Io sono notoriamente una persona umile». Lo afferma la senatrice del Pd Monica Cirinnà. La polemica contro il leader dem è dura. «Non mi sono mai montata la testa, anche dopo i risultati importanti ottenuti con una legge che ha cambiato la vita a molte persona e che porta il mio nome. Non mi sento unta dall’alto ma penso di far parte a tutti gli effetti della dirigenza del mio partito. Con Zingaretti c’è un punto cardine da sviscerare. Lui crede che debba farsi avanti qualcuno con i super poteri. Però sinceramente non so proprio chi possa essere questa figura».
Cirinnà: «Il Pd consideri la mia esperienza»
«Io resto una umile candidata alla primarie, che spero ci siano. Così come spero vivamente che il mio partito voglia considerare la mia esperienza politica, di 20 anni al consiglio comunale e di 7 anni al Senato, come elementi qualificanti per governare una grande città». La Cirinnà è un fiume in piena. «La cosa che più dispiace è che le persone per strada mi fermano e mi dicono: forza senatrice, vada avanti, cambieremo Roma. Com’è possibile che io resti una “formica”? Detto ciò io ho dato una disponibilità».
Le unioni civili e la città del Papa
C’è chi storce il naso per una candidatura della paladina delle unioni civili nella città del Papa. «Credo», dice la Cirinnà, «che davanti a un Papa che disse chi sono io per giudicare una persona gay, nessuno di noi verrebbe stigmatizzato per le proprie battaglie, anche laiche. Io ho difeso una minoranza e difendo anche oggi minoranze di ogni genere. Ma penso che questi siano temi cari ad un pontefice».
«Nessuno si deve autocandidare»
«Io in ogni caso – conclude – scendo in campo per Roma. Ma attenzione: nessuno si deve autocandidare, giocando partite solitarie. Ora il Pd deve fare una cosa fondamentale: convocare immediatamente il tavolo della coalizione perché da solo non vince». Includendo tutti? «Sì, Includendo tutti: Calenda, Italia Viva, Liberare Roma».