Islam, proteste contro Macron in tutto il mondo musulmano: “In Francia devono rinunciare ad alcuni diritti”

27 Ott 2020 15:04 - di Viola Longo
islam macron

Non più solo Turchia e Pakistan. La miccia accesa dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan contro la Francia sta provocando esplosioni in tutto il mondo musulmano, con proteste formali dei governi e manifestazioni di piazza contro Emmanuel Macron, accusato di “islamofobia” dal “sultano” per aver annunciato una stretta contro l’islam radicale, dopo il brutale assassinio del professor Samuel Pety, e aver chiarito che la Francia non ha intenzione di piegare i valori fondanti della Repubblica a questo tipo di minacce. Ma attacchi a Macron arrivano anche dall’islam europeo e italiano.

Anche l’Iran accusa Macron di islamofobia

Al centro di quella che, da antica guerra diplomatica tra Ankara e Parigi, ormai assume i connotati di una vera e propria guerra valoriale viene messo il fatto che Macron abbia rivendicato il diritto di ripubblicare le vignette su Maometto, che sono state per altro la causa scatenante la follia integralista dell’assassino di Pety e di quanti lo hanno spalleggiato. Il tema è stato al centro di una protesta formale dell’Iran, che ha convocato al ministero degli Esteri  l’incaricato d’affari francese a Teheran, Florent Aydalot. Durante l’incontro il vice ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha bollato come “inammissibili” le parole di Macron, sostenendo che avrebbero offeso i sentimenti di milioni di musulmani in Europa e nel mondo. “È profondamente riprovevole – ha sostenuto il vice ministro – incitare all’islamofobia e all’odio, in nome della libertà di espressione”.

La protesta formale di Riad

Anche l’Arabia Saudita ha stigmatizzato le parole del presidente francese. “Il regno respinge ogni tentativo di collegare l’Islam al terrorismo e denuncia le vignette offensive del profeta Maometto“, ha scritto l’agenzia ufficiale saudita Spa, citando una fonte del ministero degli Esteri di Riad. L’Arabia Saudita ha chiesto quindi che “la libertà intellettuale e culturale siano un faro di rispetto, tolleranza e pace”.

A Dacca Macron diventa un “leader che adora Satana”

A Dacca, in Bangladesh, invece, la vicenda ha provocato manifestazioni di piazza, sotto la regia del partito islamista Andolan Bangladesh (Iab). La polizia ha parlato di 40mila partecipanti alla protesta che ha fatto rotta contro l’ambasciata francese. “Macron fa parte dei leader che adorano Satana”, ha detto uno dei responsabili dell’Iab Ataur Rahman, mentre la folla chiedeva di “punire” il presidente francese e di “espellere” l’ambasciatore francese.

La Francia allerta i propri cittadini nei Paesi musulmani

La situazione è arrivata a un livello di allerta tale che la Francia ha dovuto emanare un avviso ai viaggiatori francesi. “Conviene evitare – è l’avvertimento – le zone dove si tengono queste manifestazioni, tenersi a margine di qualsiasi raduno e seguire le indicazioni dell’ambasciata di Francia o del consolato competente”. Nella lista dei Paesi a rischio compaiono, tra gli altri, Tanzania, Bahrein, Kuwait, Turchia, Indonesia, Bangladesh, Iraq, Mauritania. “Inoltre, in questo contesto – chiarisce ancora l’avviso – si raccomanda la massima vigilanza. Soprattutto in occasione degli spostamenti e nei luoghi frequentati dai turisti e dalle comunità di espatriati”.

L’Ucoii: “In Francia c’è islamofobia istituzionale”

Ma non solo nei Paesi musulmani le parole di Erdogan hanno fatto proseliti. A giudicare come “davvero preoccupante” quello che sta avvenendo in Francia è stato anche il presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia, Yassine Lafram. Secondo Lafram, dopo “il gesto di un folle che ha commesso un crimine di un’atrocità indicibile, la Francia invece di concentrarsi sui lupi solitari, se la prende con l’intera comunità islamica“. Secondo Lafram, quello deciso da Macron sarebbe “un giro di vite indiscriminato che lede i diritti dei cittadini francesi di fede islamica”. In Francia dunque si assisterebbe a una “politica che dimostra un’islamofobia istituzionale sempre più evidente“. Per il presidente dell’Ucoii lo Stato francese dovrebbe invece “favorire l’incontro, la conoscenza, i diritti costituzionali, tutelando le minoranze religiose, tutelando i propri cittadini”.

Il diktat dell’islam francese a Macron

Un concetto che riecheggia anche nelle parole del presidente del Consiglio francese del culto musulmano Mohammed Moussaoui, che a France Info ha anche indicato una strada “pratica” su come realizzare questa “integrazione”. “Il dovere della fratellanza impone a tutti di rinunciare ad alcuni diritti per far sì che la fratellanza regni nel nostro Paese”, ha sostenuto, dicendo di “non desiderare” che le caricature di Maometto vengano mostrate ancora a scuola. “Non credo – ha sentenziato – che sia la soluzione giusta per spiegare ai bambini la libertà di espressione”.

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