Immagini porno e istigazioni al suicidio nella chat per bambini: attirati con la scusa di un videogioco

24 Ott 2020 15:32 - di Federica Parbuoni
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Una chat su un videogioco della Playstation, di quelle che servono per scambiarsi informazioni e trucchetti, usata come veicolo di foto porno e pedopornografiche e messaggi di istigazione al suicidio. Ad aprirla sono stati cinque ragazzi, uno solo dei quali maggiorenne, scoperti poi dalla polizia. Il caso è emerso grazie alla denuncia di due genitori di Gallipoli, che hanno scoperto sul cellulare del proprio figlio, un bambino di poco più di dieci anni, le foto e immagini pornografiche, pedopornografiche, minacciose e istiganti al suicidio.

Immagini porno nella chat sul videogioco

Il bambino aveva visualizzato le foto insieme ad altri coetanei, con cui condivideva il gruppo whatsapp teoricamente dedicato a scambiarsi files e informazioni riguardo un noto videogioco. La chat era stata creata da un ragazzo di Bologna. Ne facevano parte anche ragazzi di altre province d’Italia e altri due bambini sempre di Gallipoli. Anche i genitori di questi ultimi, ascoltati dagli investigatori della città, hanno confermato la presenza di immagini ripugnanti tra gli allegati. I bambini hanno potuto a fatica ad abbandonare il gruppo: ogni volta che tentavano l’abbandono li reinserivano, pur senza che ne avessero fatto richiesta.

Gli autori sono 5 ragazzi, solo uno maggiorenne

La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce ha quindi disposto una consulenza tecnica sui cellulari delle vittime. Grazie al lavoro dei periti gli investigatori gallipolini sono riusciti a risalire all’identificazione certa degli autori. Si tratta di un 15enne e di un 14enne entrambi di Bologna; di un 15enne di Andria; un 15enne di Melfi; di un 20enne di Barletta, unico maggiorenne. Gli inquirenti li hanno denunciati per i reati di pornografia minorile e detenzione di materiale pornografico, oltre che per il reato di minacce, di cui rispondono a vario titolo, aggravati perché commessi nei confronti di minori degli anni 14.

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