Gli Usa all’attacco di Google: il Dipartimento di Giustizia gli fa causa per concorrenza sleale

20 Ott 2020 17:11 - di Luciana Delli Colli
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Il governo Usa accusa formalmente Google di concorrenza sleale, dando il via a una causa che, potenzialmente, è in grado di provocare un terremoto senza precedenti in tutta l’internet economy. Il Dipartimento di Giustizia contesta, infatti, a Google di proteggere un monopolio illegale. E, se dovesse vincere, il colosso del web sarà costretto a rivedere radicalmente alcune delle politiche commerciali che l’hanno reso, di fatto, privo di competitor a livello globale.

Una causa che mette d’accordo Repubblicani e Dem

A rendere nota l’intenzione del Dipartimento di Giustizia, che dovrebbe depositare già oggi il procedimento presso un tribunale federale di Washington D. C., è stato il New York Times, citando proprio funzionari della Giustizia. La causa sarà la più grande intentata dall’amministrazione Usa nei confronti di un gigante tecnologico negli ultimi decenni. Ma sarà anche uno dei rari momenti degli ultimi mesi in cui Repubblicani e Democratici si sono trovati d’accordo. Il procedimento, infatti, arriva dopo che sia gli uni sia gli altri hanno chiesto di limitare lo strapotere delle aziende dominatrici del web.

Il governo Usa: “Il monopolio di Google è illegale”

Secondo quanto trapelato, il Dipartimento accuserà Google, che è una divisione della holding Alphabet, di mantenere illegalmente il proprio monopolio sui motori di ricerca attraverso accordi e contratti commerciali esclusivi che tagliano fuori la concorrenza. I contratti sotto accusa comprendono i pagamenti di miliardi di dollari fatti da Google nei confronti di Apple, affinché l’azienda mantenga Google come motore di ricerca predefinito sugli iPhone.

Gli accordi di Google con iPhone e Android

Il Dipartimento, tra l’altro, sosterrà che Google, che controlla circa l’80% del mercato dei motori di ricerca negli Usa, ha siglato accordi con i produttori di telefoni cellulari per fare in modo che il sistema operativo Android, di proprietà della holding Alphabet, carichi di default Google come motore di ricerca, rendendo praticamente impossibile l’impiego di motori di ricerca concorrenti.

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