Giorgia Meloni a Conte: «Non siamo gente che cade dal pero». E racconta la “telefonatina”

23 Ott 2020 8:00 - di Fulvio Carro
Giorgia Meloni

«Ormai mi sono convinta. La ragione per la quale abbiamo un dpcm a settimana è perché Conte non vuole rinunciare al suo programma settimanale». Giorgia Meloni va all’attacco, nel corso di Dritto e rovescio su Retequattro. Il programma del premier è «di domenica sera in prime time, alle 20.30,  così lo guardano milioni di persone nella sua grandissima telenovela Il decreto…».

Giorgia Meloni e le “telefonatine” di Conte

«Ho sentito Conte», fa sapere la leader di FdI. «Lui fa sempre questa telefonatina pro forma a 3 minuti dalle sue conferenze stampa. La conferenza stampa, domenica scorsa, era convocata alle 21.30 e puntuale, come avevo previsto, la telefonata del premier è arrivata alle 21.27. E io gli ho risposto: guarda presidente, ti ringrazio, ma ti ascolto direttamente in tv, non mi fare queste telefonatine pro forma. Non siamo tutta gente che cade dall’albero del pero».

L’Italia non regge un nuovo lockdown

«L’Italia», specifica Giorgia Meloni, «non è nella condizione di reggere un nuovo lockdown. E dobbiamo dirci che se quello spauracchio c’è, piaccia o no, non è semplicemente per il ritorno di numeri importanti sul Covid. Ma c’è soprattutto per non aver fatto nulla, pur prevedendo che quel contagio sarebbe tornato». E le prove sono sotto gli occhi di tutti, a partire dalla scuola. «Le uniche cose proposte da Azzolina sono state i banchi a rotelle e il concorso per i docenti. Cioè, stipare migliaia di persone in uno stesso stanzone…»..

«Certe cose le avevamo dette ad aprile…»

«Il governo non ha fatto le cose giuste», aggjunge la Meloni. «Per come la vedo io, con i monopattini non decongestioni il trasporto pubblico. E lo avevamo detto. Avevamo fatto altre proposte, a cominciare dall’utilizzo dei pulmann privati. Ora sembra che lo vogliano fare ma noi l’abbiamo proposto da aprile».

Giorgia Meloni e i tamponi ai farmacisti

La questione dei tamponi. «I farmacisti facciano i tamponi, i test salivari, e lo screening», dice ancora la leader di FdI. «Quello che esiste su tutto il territorio nazionale è la farmacia. Ma perché non facciamo una cosa facile e chiediamo alla rete delle farmacie di effettuare questi test? Questo decongestionerebbe parecchio quello che stiamo vedendo, con le file chilometriche o i tamponi che non si trovano».

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