Fontana sfida Azzolina: se non ti piace la mia ordinanza sulla scuola impugnala
In Lombardia il lockdown diventa una prospettiva probabile. Lo conferma a malincuore il presidente Attilio Fontana, rispondendo alla domanda se sia evitabile una chiusura. “Se con i provvedimenti che stiamo assumendo e che abbiamo assunto in questi giorni il contagio dovesse rallentare, non necessariamente fermarsi, ma rallentare, si potrebbe probabilmente evitare. Se l’impennata dovesse continuare può darsi che si prenda un provvedimento diverso”.
Fontana: monitoriamo giorno dopo giorno
Fontana spiega che ”quello che abbiamo fatto va nella direzione di evitare i contagi. Chiaro che bisogna controllare, monitorare giorno dopo giorno e decidere se sia il caso di andare avanti con questi provvedimenti o se debbano essere assunti provvedimenti più gravi”.
Evitare di ingolfare la sanità
“Dobbiamo evitare – aggiunge – che la nostra sanità sia ingolfata in una maniera tale da non poter essere efficiente. Noi abbiamo una serie di scenari. Adesso siamo entrati nel terzo scenario dove sono scattati alcuni provvedimenti. Se le cose dovessero continuare a peggiorare ci saranno altri scenari. Vediamo cosa succede nelle prossime ore. Io credo non si debba ipotecare il futuro”.
“O riduciamo la gente che va a scuola o la gente che va a lavorare”
Fontana è tornato sulle divergenze con la ministra Azzolina relative alla didattica a distanza. ”Noi dobbiamo ridurre la pressione in un piccolo spazio, in un orario di due ore del trasporto pubblico locale. Nell’ora di punta c’e’ un grande affollamento nelle metropolitane e sui bus. Quindi dobbiamo cercare di ridurre questo affollamento e le ipotesi sono che o riduciamo la gente che va al lavoro o riduciamo la gente che va a scuola”. Fontana ha anche preso carta e penna per dire alla Azzolina che se non gradisce la sua ordinanza la può impugnare. “Gentile Ministro Azzolina, rimetto alla Tua valutazione le eventuali azioni nelle sedi deputate per impugnare il mio provvedimento. Cordiali saluti, Attilio Fontana”. Una sfida al governo in un momento critico per la regione proprio come accadde a marzo per le zone rosse.
Fontana: “Da giugno attendiamo risposte dal governo”
”Io- spiega ancora – sono sempre stato a favore della scuola in presenza e contrario alla scuola a distanza, ma in una situazione di necessità bisogna fare delle scelte anche dolorose. Oltretutto il provvedimento è temporaneo, abbiamo 13 -14 giorni di tempo durante i quali cercare di studiare una modalità di diluizione dell’orario di ingresso degli studenti con l’organizzazione del trasporto pubblico locale che potremmo utilizzare per evitare la didattica a distanza. E’ da giugno che stiamo chiedendo un intervento al governo, sia economico, sia in merito alla diluizione degli orari e non abbiamo avuto risposte. Abbiamo due settimane speriamo che il governo ci senta”.
Quanto al fatto che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala non fosse stato informato delle intenzioni della Regione, Fontana dice che ”forse si è trattato di un misunderstanding da parte loro. Questa cosa è stata esplicitata il lunedì e poi c’e’ stato soltanto un diverso modo di esprimere la stessa cosa in burocratese, ma le due espressioni diventano esattamente la stessa cosa. Oggi con Sala ci dobbiamo incontrare. E’ fuori di dubbio che di fronte al peggioramento dei numeri qualcosa si debba fare”.
Nel pomeriggio medici e infermieri all’ospedale in Fiera
Si lavora alacremente anche per riattivare l’ospedale in Fiera a Rho. “In tarda mattinata dovrebbero arrivare i medici e gli infermieri. Io avrei voluto continuare ad averlo come una garanzia, come una ruota di scorta, come qualcosa che potesse essere utilizzato in caso di bisogno, ma che non dovesse essere utilizzato. Invece siamo arrivati al punto in cui dobbiamo farlo riaprire anche per consentire di allentare la pressione sugli atri ospedali e per consentire agli altri ospedali di dedicarsi anche alle altre patologie. Quindi è una necessità assoluta”.
”I medici e gli infermieri della Fiera – ha concluso Fontana – si dedicheranno esclusivamente ai malati di Coronavirus, quindi all’interno degli altri ospedali si eviterà che ci possa essere una commistione. Saranno moduli, ogni modulo avrà una squadra, ogni squadra sarà composta da un numero sufficiente di medici e infermieri”.