Dpcm, il centrodestra: «Voto urgente in Parlamento. Basta diversivi come la legge Zan»

27 Ott 2020 18:16 - di Michele Pezza
Legge Zan

Da una parte Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, dall’altra – in videocollegamento – Silvio Berlusconi. È il centrodestra al suo più alto livello quello che chiede il voto parlamentare urgente sulle misure restrittive imposte dall’ultimo Dpcm firmato da Conte. E che definisce surreale il fatto che, stante lo stato di emergenza Covid e con drammatiche restrizioni della libertà degli italiani, il Senato stia discutendo di regolamenti europei e la Camera della legge Zan sulla omotransfobia.

Vertice con Meloni, Salvini, Tajani e Berlusconi

Proprio così, con i pronto soccorso prossimi al collasso e le terapie intensive in via di affollamento, la priorità della maggioranza giallorossa è l’approvazione della legge Zan. A chiacchiere, la normativa si prefigge combattere le discriminazioni contro omo e transessuali. Nella realtà, è il solito mostriciattolo ideologico partorito dal pensiero unico del politicamente corretto. Ovviamente diversa la “scaletta” del centrodestra, improntata a sano realismo. Se la gente è in strada a protestare contro misure prive di logica reclamando non elemosine o sussidi, ma il ritorno al lavoro, è di questo che deve occuparsi il Parlamento. Neanche il precedente del Titanic riesce a riproporre altrettanta irresponsabilità. Forse, per ritrovarla, bisogna risalire al donnez-leur de la brioche attribuito a Maria Antonietta in risposta a chi le diceva che il popolo non aveva ormai più pane.

«Surreale discutere ora la legge Zan»

Gli esponenti del centrodestra hanno descritto la situazione come «surreale». Come loro la pensa anche Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia, associazione molto attiva nella salvaguardia dei soggetti deboli. Non a caso. della vicenda l’associazione illumina un altro aspetto, ancor meno edificante. Punta infatti l’indice contro alcuni emendamenti al testo che mirerebbero a estendere gli effetti della legge Zan anche alle disabilità. Una chiara strumentalizzazione al solo scopo, sottolinea Brandi, «di accelerare una proposta che in questo momento appare ridicola e fuori contesto oltre che inutile e pericolosa».

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