Covid, scontro di fuoco tra Sileri e i tecnici del governo. Conte cerca di metterci una pezza
Telefonate di fuoco. L’ira degli scienziati del Comitato tecnico scientifico è esplosa contro il viceministro della salute Sileri. È accaduto dopo che dallo studio di “Dimartedì”, il numero due della Salute ha scandito: «Secondo me c’è troppa burocrazia nel Comitato tecnico scientifico». E ha aggiunto: «Non si possono aspettare otto ore per i tamponi». Sileri è stato trasparente, ma i componenti del Cts l’hanno presa malissimo. Permalosi, Hanno parlato di «un attacco frontale e ingiustificato». Poi hanno aspettato un giorno i tecnici e in una riunione straordinaria hanno messo all’ordine del giorno un unico punto: “Sileri a La7”. In piena pandemia con i contagi che continuano a schizzare i tecnici pensano bene di convocare una riunione per parlare di questo.
Sileri a “DiMartedì” ha fatto infuriare il Cts
Il programma di Giovanni Floris era ancora in onda mentre, in un giro di telefonate che uno dei tecnici descrive “infuocatissimo”, molti dei componenti – scrive l’ HuffPost – minacciavano di dimettersi. Durante questa riunione l’orientamento emerso è stato quello di rivolgersi direttamente al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Una vera e propria grana. Stigmatizzando l’accaduto, si chiede al premier un intervento pubblico. Addirittura, è scoppiato un caso politico.
Un caso politico
Sileri, è stato incalzato da Floris: «Non è compito vostro comprare i tamponi?», ha obiettato il conduttore. Risposta di Sileri: «È compito di un Cts al quale arrivano richieste che valutano. I tamponi li compriamo noi su indicazioni su cosa fare. Bisogna liberare le persone dalle quarantene, fare sì che ci sia diagnostica più semplice». Poco prima aveva parlato di «troppa burocrazia». Ma per il Cts si tratta di una valutazione «inaccettabile». Non solo. Nel corso del programma Sileri aveva rilanciato anche la necessità di utilizzare i test salivari. «Ma il Ministero della Salute – è la replica che arriva dal Cts – nella circolare del 29 settembre sull’introduzione dei tamponi antigeni i nelle scuole ha specificato che i test salivari non sono attendibili». Insomma, «non si possono attribuire a noi cose di cui non ci occupiamo».
Sileri: Ho fatto loro domande ma non mi hanno risposto”
Di qui la decisione di rivolgersi al presidente del Consiglio chiedendogli un intervento. Sileri non si lascia intimidire. Intervistato a Skytg24, il viceministro ha aggiunto che a suo avviso la composizione del Cts andrebbe rivista e integrata, manifestando stupore sul fatto che il Comitato si sia riunito appositamente per valutare la risposta alle sue dichiarazioni. «Cts infuriato con me? Spero di no. Le mie dichiarazioni di ieri sono state solo una richiesta per avere delle risposte. Non ne ho avute molte negli ultimi mesi. Come quella sulla riduzione della quarantena a 10 giorni o sui test salivari da fare nelle scuole come si fanno negli aeroporti. Io chiedo delle risposte che vogliono gli italiani», ha rincarato la dose il viceministro. È guerra aperta. Conte ci mette una “pezza”e dichiara in maniera secca che non esiste alcun problema: «Nessuna grana, Sileri apprezza il lavoro del Comitato».
Lo stato è abituato a mettere le pezze. Come arlecchino.