Covid, l’Oms: «La mascherine all’aperto da sole non ci salveranno, occorre ben altro»
Per prima lo ha sperimentato la Lombardia: obbligo delle mascherine all’aperto nei mesi più duri della pandemia di Covid-19. L’estate poi aveva in parte “sedato” il virus permettendo un alleggerimento degli aspetti più rigidi sull’uso della protezione. Ma ora le mascherine tornano prepotentemente al centro della scena. Mentre nel Paese si assiste alla lenta risalita dei positivi a Sars-CoV-2, alcune regioni si sono portate avanti riabilitando l’uso della protezione facciale anche en plein air. Una misura utile? Per l’Organizzazione mondiale della sanità il discorso è più complesso: le mascherine da sole non ci salveranno, è in sostanza il messaggio. Nel senso che devono «fare parte di un pacchetto completo di misure di prevenzione», risponde un portavoce dell’agenzia Onu all’Adnkronos Salute.ù
Le mascherine all’aperto e il “compagno di vita”
Di stoffa, chirurgiche, superfiltranti, ormai le mascherine all’aperto (e al chiuso) sono diventate un accessorio compagno di vita per molti nel mondo. E, in particolare in alcuni Paesi, ci accompagneranno ancora per un po’. Alla domanda sull’utilità della misura, il portavoce replica spiegando cosa prevede una delle guide emanate dall’Oms ad hoc per l’era Covid che stiamo attraversando. «La guida – ricorda l’esperto – raccomanda di indossare le mascherine negli spazi pubblici in cui è impossibile distanziarsi fisicamente. Ma, indipendentemente dal contesto in cui vengono indossate, le mascherine da sole non ci proteggeranno da Covid-19», ripete. JFanno parte di un pacchetto completo di misure di prevenzione e controllo delle infezioni che includono l’igiene delle mani, l’etichetta per la tosse e gli starnuti e il distanziamento fisico».
Accettabilità della comunità locale
«Si raccomanda inoltre che le mosse per adeguare le misure di salute pubblica allo specifico contesto in cui devono essere applicate siano implementate al livello amministrativo più basso». In modo «che possano essere rimodulate sulla base di criteri specifici, “su misura”, basati sulla trasmissione del virus in quell’area. E cosa importante, sull’accettabilità e fattibilità a livello di comunità locale», conclude il portavoce.
Mai nella storia si è tolta la libertà di amministrare la propria salute. Al chiuso posso capire, ma all’aperto no, c’è spazio per allontanarsi e se non ci si vuole allontanare sono fatti personali. Sulla movida dei maggiorenni vale quanto detto sopra, per i minorenni decidono i genitori. Siamo di fronte a una nuova forma di dittatura pervasiva basata su una paura immotivata indotta dai mezzi di comunicazione in loro mani e favorita dall’ignoranza diffusa sull’argomento.
Domandate cosa è un virus, se è un essere vivente, come si riproduce, come riesce a durare nel tempo, quanto può essere infettivo fuori dal corpo di un essere vivente e vedrete quanti hanno una idea di cosa sia un virus. Ignoranza = paura, conoscenza= prudenza.