Conte trema per un sondaggio sul “partito di Di Maio”. Sugli Stati generali lite tra grillini e Casaleggio

21 Ott 2020 11:57 - di Giorgia Castelli
5S

I prossimi stati generali dei 5S saranno uno snodo cruciale non solo per i grillini ma anche per l’intera maggioranza. Il premier Giuseppe Conte ha rimandato la verifica di governo a dopo il congresso grillino. Ma sui preparativi è scontro tra i vertici di Rousseau e lo stato maggiore 5 Stelle.

In una chat visionata dall’Adnkronos, Enrica Sabatini in un messaggio indirizzato al capo politico Vito Crimi e al Comitato di Garanzia ha sollevato alcuni problemi. Sabatini fa parte del board di Rousseau ed è anche responsabile del coordinamento e affari interni del Team del Futuro. Dopo aver lamentato, nei giorni scorsi, di non essere stata coinvolta nell’organizzazione dell’evento evidenzia “numerose criticità gestionali”. Che, «alla luce delle scelte fatte, saranno a carico dei facilitatori regionali». Nonché «i numerosi problemi che emergeranno e che avranno un impatto determinante sulla legittimazione dell’intero percorso».

Gli stati generali dei 5S

In particolare Sabatini contesta «il sistema di prenotazione scelto per gli stati generali», con il quale, osserva l’ex consigliera comunale pescarese, «potranno registrarsi anche esponenti di altri partiti, giornalisti, persone sospese o espulse dal MoVimento. Persone con sentenze penali a proprio carico, persone con falsi profili o la stessa persona con profili diversi. E questa platea sarà quella che andrà a votare e, quindi, scegliere i delegati che dovranno definire la linea del MoVimento e il documento che sarà messo al voto degli iscritti».

5S, le criticità della votazione

Per l’esponente di Rousseau «non è quindi garantita alcuna certificazione dell’identità delle persone che parteciperanno alla votazione. Né della votazione stessa e ciò potrebbe inficiare il risultato delle scelte di ogni singola assemblea provinciale e regionale». A queste criticità, rimarca Sabatini, «si aggiungono quelle relative al regolamento che sono state evidenziate nella precedente comunicazione e che ad oggi permangono».

Conte e il sondaggio sul partito di Di Maio

Ma a preoccupare Conte non ci sono solo gli stati generali dei 5S ma anche Luigi Di Maio. Se l’ex vicepremier fondasse un suo partito otterrebbe il 9,2%. Lo rivela un sondaggio realizzato da Lab2101 per il quotidiano ‘La Notizia‘. Secondo la rilevazione, l’83,5% dei consensi di una eventuale lista fondata dal ministro degli Esteri arriverebbe dal M5S. L’ex vicepremier si conferma una figura trasversale: “dall’elettorato del centrosinistra arriverebbe in dote un altro 10,4, di cui l’8,3 direttamente dal Pd. Solo per il 4,2%, invece, il partito di Di Maio pescherebbe nel bacino del centrodestra».

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