Brugnaro alla “cena delle beffe” di Mestre: tutti a tavola all’alba per sfidare il Dpcm di Conte (video)
Il sindaco di Venezia Brugnaro sta con i ristoratori: e lo dimostra anche partecipando alla cena delle beffe di Mestre servita alle 5 del mattino per sfidare e irridere i diveti capestro del Dpcm di Conte. La scure dei decreti del premier sul settore non può essere la soluzione e la soluzione individuata dal governo rischia solo di penalizzare un mondo già pesantemente in crisi dopo il lockdown. E il primo cittadino della Laguna ha trovato un modo efficace per sottolinearlo: una cena alle 5 del mattino per aggirare il decreto e la beffa che emana.
Brugnaro alla “cena delle beffe” di Mestre
Succede a Mestre, dove l’invitato illustre ha accolto l’invito a cena dell’Osteria Plip alle 5 del mattino, data la chiusura dei locali a partire dalle 18 del pomeriggio sancita nell’ultimo Dpcm del presidente del consiglio. Un evento indetto e tenuto in chiaro segno di protesta a cui Brugnaro ha scelto di partecipare raccogliendo la provocazione al governo lanciata dal ristoratore veneto.
La cena servita alle 5 del mattino
Un invito bipartisan, quello della cena di Mestre, a cui ha aderito, tra la sessantina di commensali, anche il consigliere comunale dell’opposizione dei Verdi, Gianfranco Bettin, che ha definito i criteri alla base del Dpcm su ristorazione e cultura «provvedimenti irrazionali». Indicazioni di legge che, per intanto, hanno indotto il locale veneziano a cambiare in corsa l’insegna da “osteria” a “trattoria” e, dunque, gli orari di apertura e chiusura dalle ore 11 alle 18.per irridere i divieti orari del Dpcm
Una provocazione per irridere i divieti orari del Dpcm
La cena delle beffe, insomma, ha rimarcato tra piatti tipici e vini locali, arbitrarietà e inefficacia dei provvedimenti agiti per il settore ristorazione, e cultura in genere. Tanto che, in un eloquente post su Facebook, il sindaco Brugnaro forchetta e tastiera alla mano, posta: «Vogliamo testimoniare la forza di questi pubblici esercizi che a tutti i costi vogliono tenere aperto. E anche la scorrettezza con cui vengono fatte queste manovre. Non ci sono solo i bar e i ristoranti, ma anche i teatri, i cinema, le palestre, le piscine. Tutte persone che si sono comportate onestamente, hanno fatto investimenti per la distanza. Non ci risultano contagi, e comunque sia noi dobbiamo continuare a vivere». Quindi, se la disfatta è servita dal governo sul piatto d’argento, prima di arrivare all'”ammazza caffè” sarà meglio correre ai ripari...