A Vercelli uno straniero contagia 126 persone. Ignora la quarantena: aereo, piscine e discoteche
Maxi focolaio di covid a Vercelli. Centoventi contagi, 1 morto e sei ricoverati. A innescare la miccia un giovane straniero di origini dominicane rientrato in Italia senza rispettare la quarantena.
Covid, straniero contagia 126 persone a Vercelli
Prima il viaggio in aereo, poi la piscina e infine la festa in discoteca. Un susseguirsi di cattivi comportamenti che hanno messo in ginocchio la città piemontese, dove lo straniero risiede. Al ritorno dal paese d’origine non rispetta le misure di isolamento previste dalla procedura. Come se non bastasse, racconta il Giornale, torna a riprendere la sua vita di sempre, compresa la frequentazione assidua dei locali della movida vercellese.
Ignora la quarantena e non indossa la mascherina
Stando alle ricostruzioni del Corriere della Sera, lo straniero non indossa la mascherina quando è in compagnia di altre persone. E non rispetta il distanziamento sociale. Finché non si risale a lui quando il ministero della Salute segnala la presenza di un soggetto positivo a bordo dell’aereo che dalla Repubblica Dominicana è sbarcato nel capoluogo piemontese il 13 luglio. A Vercelli i contagi si impennano e toccano in pochi giorni quota 126. Solo dopo il tracciamento, si apprende che la catena dei contagi è partita dal ragazzo dominicano.
La lunga catena dei positivi: 126 casi, 1 morto e 3 ricoverati
Nei giorni 21 e 22 luglio, il giovane incontra nella piscina comunale una coppia di amici e li contagia. I due lavorano in una ditta locale. Non sanno di essere positivi e il giorno seguente si recano al lavoro. Dove contagiano 33 colleghi. Che, a loro volta, infettano 8 familiari. Ma non è finita: il 26 luglio durante una serata in discoteca contagia altre 58 persone. Uno dei quali in contagia il cliente di un bar, che il 14 agosto partecipa a un funerale e infetta 12 persone. La lunga catena porta in totale a 126 positivi, 1 morto e 3 ricoverati. E non è escluso che la triste conta non sia finita.
L’epidemiologo Fabrizio Faggiano teme che altri casi siano legati al paziente zero, “sfuggiti alla minuziosa attività di tracciamento dei contatti da parte del servizio di igiene e sanità pubblica”. Di sicuro in soli 25 giorni un solo caso di importazione ha prodotto 126 contagi certi. Il 12% dei contagi sono avvenuti in ambiente amicale/familiare, il 26% in ambito lavorativo, il 62% in un contesto di tempo libero. A questo si aggiungono il mancato collegamento tra Asl, aeroporti e compagnie aeree.