A scuola cantiamo “Avanti Ragazzi di Buda” e non “Bella Ciao”. La pdl di Barbaro e De Vecchis (Lega)

6 Ott 2020 14:03 - di Redazione

Avanti Ragazzi di Buda a scuola meglio di Bella Ciao. Se proprio si deve scegliere un inno alla libertà da insegnare agli studenti meglio virare sul canto anticomunista Avanti Ragazzi di Buda, che non rievoca come Bella Ciao la tragedia della guerra civile ed è diventato un inno di sinistra.

Avanti Ragazzi di Buda, la pdl della Lega

Così i parlamentari Claudio Barbaro e William De Vecchis (Lega) hanno messo nero su bianco la loro proposta di legge. “Il disegno di legge  – spiega Barbaro – per il riconoscimento della canzone ‘Avanti Ragazzi di Buda’ quale espressione dei valori fondanti della Repubblica, è un atto necessario di verità e correttezza per chi ama l’Italia. Questa canzone infatti parla della rivolta contro gli invasori per la riconquista della libertà. Questo è l’universalismo che merita un riconoscimento trasversale, non certo quello di ”Bella Ciao”, testo ben connotato politicamente”.

L’iniziativa dei dem: Bella Ciao a scuola

L’iniziativa nasce in risposta a quella di un gruppo di parlamentari dem che ha presentato nei giorni scorsi a Montecitorio una proposta di legge per inserire nei programmi scolastici delle scuole lo studio della canzone dei partigiani ”Bella ciao”, perché fosse riconosciuta ufficialmente come canto ufficiale dello Stato italiano. “E’ la libertà come valore super partes ciò a cui la nostra nazione deve aspirare per ritrovare una memoria condivisa – prosegue Barbaro – Questa nostra iniziativa va proprio in questa direzione. Mi auguro che possa avere la medesima sorte della proposta che ha portato all’istituzione della giornata in memoria dei martiri delle foibe”.

Barbaro: la canzone coglie l’ansia di libertà

“Il XX secolo – continua Barbaro – è stato teatro di molti orrori in tutta Europa. Le due guerre mondiali e le crudeltà del comunismo hanno lasciato profonde ferite nel Vecchio Continente. In particolare la rivolta del popolo in Ungheria del 1956, è un evento che fa ormai parte dell’immaginario collettivo del nostro continente: è stata la prima crepa nella cortina di ferro; destinata a scuotere le coscienze. ‘Avanti Ragazzi di Buda’ è una canzone che è riuscita a cogliere questa profonda ansia di libertà. Oggi questo inno viene eseguito, sia in magiaro che in italiano, in tutte le scuole ungheresi. È giusto che – attraverso queste note – anche i nostri studenti possano conoscere questa storia di eroismo e libertà”.

Avanti Ragazzi di Buda: come nasce la canzone

A scrivere la canzone fu Pier Francesco Pingitore che nel libro “Memorie dal Bagaglino” (Mursia)  rievoca le serate in cui a cantarla c’era Pino Caruso. Così scrive Pingitore: “Quando cantava il Mercenario, Pino si portava la mano sul petto. E tutti pensavano: guarda come la vive questa canzone! Ma non era per quello. Aveva visto che ogni tanto qualche spettatore si indignava e aveva paura che un mentecatto prima o poi gli sparasse. Almeno, pensava, mi riparo il cuore…Ma c’erano state anche altre canzoni del filone politicamente non tanto corretto che avevamo affidato a Pino… Una era Budapest, la canzone che avevo scritto in occasione della ricorrenza dei dieci anni dalla rivolta ungherese del ’56”.

“Strofe semplici – continua Pingitore – forse anche troppo, che tuttavia galvanizzavano gli spettatori. Erano un modesto antidoto al silenzio ufficiale che era ormai calato su quella scomoda e splendida rivolta… Però ci si poteva illudere che anche l’inerme ballata che arrivava da una cantina servisse a ricordare al mondo gli eroismi e le infamie di quella tragedia”.

 

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