Zangrillo: «Basta con la psicosi, va rasserenata la gente». Poi la dura risposta alla vignetta di Vauro
«Non dobbiamo drammatizzare. Lo scambio di strumenti fra ragazzi può essere regolato e bisogna seguire le linee sul distanziamento e sull’igiene personale. Credo che i rischi si possano non proprio azzerare, ma dobbiamo tenerli in un range che sia lontano dalla psicosi». Lo ha detto Alberto Zangrillo, responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva all’ ospedale San Raffaele di Milano.
Zangrillo: «C’è troppa ansia e preoccupazione»
In collegamento con L’Aria che tira su La7 ha fatto il punto della situazione. «Silvio Berlusconi», ha affermato, «ha dato grande soddisfazione. Credo che abbia personalmente contribuito a dimostrare che – seguendo delle regole codificate e precise – riusciremo ad avere ragione del virus. E riusciremo a rasserenare tutti, visto che c’è molta ansia e preoccupazione».
«Non si paragoni la situazione attuale a quella di prima»
«Chi paragona la situazione di prima a quella attuale non dice una cosa coerente», incalza Zangrillo. Difende la tua tesi sul virus clinicamente morto. Ma in Israele è stato imposto un nuovo lockdown, possiamo ricascarci?. La risposta: « Non vorrei avere ricevuto una informazione sbagliata, ho amici e colleghi israeliani e ho avuto la stessa curiosità. Le curve epidemiologiche israeliane non sono così preoccupanti, se paragonate ad altri Stati. Mi è stato detto che proprio perché gli israliani sono molto razionali e pragmatici, il lockdown è stato imposto in previsione di una festa nazionale».
Zangrillo replica alla vignetta di Vauro
Poi arriva la vignetta di Vauro che crea immediato scontro. “Zangrillo dice che il virus è morto”, “Non è sopravvissuto a Berlusconi”. La vignetta non è affatto piaciuta al professore del San Raffaele. «Qualcuno», ha detto, «deve prendersi la briga di spiegare una curva di eccesso di mortalità che, quando io ho parlato, fondamentalmente non esisteva più. Erano tutti pronti a vedere sulla sfera una seconda ondata, che stiamo invece facendo di tutto per scongiurare. Possiamo essere curati e dobbiamo crederci, al di là della presenza del vaccino, quando arriverà. Noi siamo già pronti».