Travaglio difende Conte come Fede difendeva Berlusconi. Ma perché il “lacchè” è solo Emilio?
Dimmi chi difendi e ti dirò chi sei. Vale soprattutto per i giornalisti, e serve a distinguere i pretesi lacchè dai presunti schienadiritta. I primi, ça va sans dire, sono iscritti d’ufficio al centrodestra, che difendono nei rari momenti in cui gli capita di governare. I secondi, scontato anche questo, sono invece quelli che mettono la loro penna al servizio di esecutivi progressisti, compreso il giallo-rosso attuale. Pensando lì e qua a nomi e cognomi, ti arrivano come saette quelli di Fede e di Travaglio. Sì, proprio Emilio e Marco. Così distanti, eppure così vicini. Un’affinità elettiva, la loro, che già mesi fa non sfuggì al Giornale.
Travaglio ormai pretoriano del premier
Distanti per militanza politica, ma vicini quanto a passione impegnata e soprattutto impugnata a tutela del potente di turno. Entrambi pretoriani. Ieri di Berlusconi, oggi di Conte. Lì il Tg4, qui il Fatto Quotidiano. Al netto delle differenze di stile, di mezzo e di età, simile è il ringhiare contro chiunque azzardasse (o avesse azzardato) a far la pipì fuori dal secchio. Se non tutti se ne sono accorti è solo perché nei suoi editoriali Fede ci metteva anche la faccia mentre Travaglio solo la firma. E scusate se è poco. Facesse lo stesso anche il direttore del Fatto Quotidiano, la continuità tra i due si staglierebbe netta azzittendo gli increduli e i rispettivi tifosi.
Ringhia contro chiunque attacchi il governo
E chiunque potrebbe realizzare che Travaglio somiglia sempre più ad un Fede senza botulino. Ne è quasi la reincarnazione professionale al netto di Lele Mora, escort e “cene eleganti” in quel di Arcore. E quindi ben più triste e più cattivo dell’Emilio. Che almeno il guinzaglio del potere lo esibiva come una decorazione, senza mai impancarsi a guida morale del Giornalista collettivo. Al contrario, come dicono a Napoli, Travaglio chiagne e fotte. Gioca a fare la voci fuori dal coro, ma intanto liscia con zelo e mestiere le schiene di chi è contro Conte per farne apparire diritta una sola: la sua. Quousque tandem?