Travaglio difende Conte come Fede difendeva Berlusconi. Ma perché il “lacchè” è solo Emilio?

11 Set 2020 16:14 - di Marzio Dalla Casta
Travaglio

Dimmi chi difendi e ti dirò chi sei. Vale soprattutto per i giornalisti, e serve a distinguere i pretesi lacchè dai presunti schienadiritta. I primi, ça va sans dire, sono iscritti d’ufficio al centrodestra, che difendono nei rari momenti in cui gli capita di governare. I secondi, scontato anche questo, sono invece quelli che mettono la loro penna al servizio di esecutivi progressisti, compreso il giallo-rosso attuale. Pensando lì e qua a nomi e cognomi, ti arrivano come saette quelli di Fede e di Travaglio. Sì, proprio Emilio Marco. Così distanti, eppure così vicini. Un’affinità elettiva, la loro, che già mesi fa non sfuggì al Giornale.

Travaglio ormai pretoriano del premier

Distanti per militanza politica, ma vicini quanto a passione impegnata e soprattutto impugnata a tutela del potente di turno. Entrambi pretoriani. Ieri di Berlusconi, oggi di Conte. Lì il Tg4, qui il Fatto Quotidiano. Al netto delle differenze di stile, di mezzo e di età, simile è il ringhiare contro chiunque azzardasse (o avesse azzardato) a far la pipì fuori dal secchio. Se non tutti se ne sono accorti è solo perché nei suoi editoriali Fede ci metteva anche la faccia mentre Travaglio solo la firma. E scusate se è poco. Facesse lo stesso anche il direttore del Fatto Quotidiano, la continuità tra i due si staglierebbe netta azzittendo gli increduli e i rispettivi tifosi.

Ringhia contro chiunque attacchi il governo

E chiunque potrebbe realizzare che Travaglio somiglia sempre più ad un Fede senza botulino. Ne è quasi la  reincarnazione professionale al netto di Lele Mora, escort e “cene eleganti” in quel di Arcore. E quindi ben più triste e più cattivo dell’Emilio. Che almeno il guinzaglio del potere lo esibiva come una decorazione, senza mai impancarsi a guida morale del Giornalista collettivo. Al contrario, come dicono a Napoli, Travaglio chiagne e fotteGioca a fare la voci fuori dal coro, ma intanto liscia con zelo e mestiere le schiene di chi è contro Conte per farne apparire diritta una sola: la sua. Quousque tandem?

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