Pensioni, assegni più bassi. Ecco che cosa cambia e quali sono le penalizzazioni
È in arrivo una batosta sulle pensioni. Dal 1° gennaio 2021 infatti gli assegni previdenziali subiranno un taglio. Chi andrà in pensione il prossimo anno vedrà ridotto il proprio assegno. Tutto questo accade perché sono stati modificati i coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il biennio 2021-2022. Intanto, parte il tavolo tra ministero del Lavoro sulla proroga dell’Ape sociale, dell’Opzione donna e sul dopo Quota 100, la cui sperimentazione triennale termina a inizio 2022.
Pensioni e Quota 100
Quota 100 potrebbe essere confermata. Ma ci saranno penalizzazioni in cambio dell’abbattimento dello scalone che dal 2022 riporterebbe l’età pensionabile a 67 anni. Come scrive il Corriere della Sera, Bruxelles vorrà avere risposte al più presto per capire quale sarà l’orientamento del governo prima dell’approvazione della manovra finanziaria. Confermala come è stata congegnata non sarà più possibile. Così come non potrà essere mandata in soffitta di colpo. Si rischierebbe, infatti lo scalone con le regole previste dalla legge Fornero che prevede la pensione a 67 anni (o con 42 anni e 10 mesi di contributi).
Il progetto del ministro Catalfo
Il ministro Catalfo pensa all’introduzione di un meccanismo flessibile che prevede di salvare Quota 100 e le uscite dal mondo del lavoro già a partire da 62 o 63 anni di età con un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Ma chi sceglie questa strada ritrovarsi con un assegno più leggero. In sostanza, osserva il Corriere, si parla di una riduzione del trattamento del 2,8-3% per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia dei 67 anni. L’aggancio però sarebbe completo al sistema contributivo puro.