Morto il “compagno” Duch, il macellaio comunista responsabile del massacro di 16mila cambogiani

2 Set 2020 17:59 - di Robert Perdicchi

La definizione che meglio consente di conservarne la triste memoria è quella di “macellaio”. Un macellaio intriso di ideologia comunista che fu il braccio armato del regime violento di Pol Pot in Cambogia, altro idolo della sinistra italiana degli anni Settanta. Duch, il capo carceriere dei Khmer Rossi, vero nome Kaing Guek Eav, è morto a 77 anni mentre scontava una condanna all’ergastolo per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

I crimini contro l’umanità di “Duch”, Kaing Guek Eav

Giudicato colpevole per sua stessa ammissione di aver supervisionato la tortura e le uccisioni di 16mila cambogiani mentre era al comando della prigione più famosa del regime, negli ultimi anni di vita si era – bontà sua – pentito dei crimini commessi e si era convertito al cristianesimo. Duch aveva accusato difficoltà di respirazione qualche giorno fa nella prigione provinciale di Kandal, ha fatto sapere Chat Sineang, direttore della prigione in cui il criminale comunista era stato trasferito nel 2013.

L’intervista verità del macellaio comunista

Il torturatore dei cambogiani per conto dei Khmer rossi

Il “compagno” Duch era stato il capo della prigione di Tuol Sleng (nome in codice: S-21), dove durante il regime dei Khmer Rossi (1975-1979)morirono di tortura, di stenti o per esecuzione sommaria almeno 17mila persone, sulle quasi 2 milioni di persone morte per mano del regime di Pol Pot.

Ex insegnante di matematica, Duch era entrato nel Partito comunista e poi si era unito ai Khmer Rossi. Nel 1979, un’invasione vietnamita aveva cacciato i Khmer Rossi e Duch e c’era stata la fuga in Thailandia. Qui il massacratore cambogiano aveva vissuto sotto falso nome finché nel 1999 non era stato riconosciuto, arrestato e dieci annio dopo condannato a 30 anni da un tribunale Onu, quindi all’ergastolo.

Il pentimento e l’adesione al cristianesimo

Kaing Guek Eav nel 1996 aveva abbracciato il cristianesimo avendo come amico un pastore protestante in un villaggio vicino a Battambang grazie all’influenza del reverendo Christopher Lapel. Duch, diversamente da altri capi degli khmer rossi (come ad esempio Pol Pot), ammise sempre di aver sbagliato e che aveva fatto cose orribili; in più occasioni disse di essersi pentito e durante il processo e fornì informazioni dettagliate di che cosa succedeva all’interno di S-21 e all’interno del movimento degli khmer rossi.

Commenti

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  • Piero 3 Settembre 2020

    La nostra sinistra capisce cos’è il comunismo?