Migranti, Capuozzo contro Chaouki: non spetta a Ong, Pd o Vaticano trasformarci in hotspot d’Europa

29 Set 2020 13:29 - di Priscilla Del Ninno
Duro faccia a faccia tra Capuozzo e Chaouki a Quarta Repubblica

Migranti, Toni Capuozzo a Quarta Repubblica silura il buonista Chaouki: non sta né alle Ong, né al Pd, o al Vaticano decidere che saremo l’hotspot d’Europa. O meglio: a Quarta Repubblica si parla di tutto: dallo scandalo Tridico al Covid, passando per il sequestro del peschereccio italiano al largo della Libia. Ma è sul tema migranti e accoglienza che il conduttore Porro perde le staffe. O meglio, sulla gestione della politica immigrazionista totalmente appannaggio delle Ong. Tanto che, dopo aver ascoltato gli interventi degli ospiti in collegamento, il giornalista si rivolge a Toni Capuozzo, storica firma Mediaset, impegnato in studio in un duro faccia a faccia con l’esponente del Pd di origini marocchine, Khalid Chaouki. Ed entra subito nel merito della questione: «Toni, perché ad accogliere è sempre e solo l’Italia? Ancora: come mai quelli che si spacciano come i più solidali di tutti, tedeschi e francesi – la Merkel e Macron – fanno orecchie da mercante? Poi i cattivoni sarebbero i sovranisti»?

Migranti, Capuozzo silura il buonista dem Chaouki

Non solo: a suffragio di evidenze e considerazioni appena enucleate, Porro mostra anche due eloquentissime schede sui numeri di sbarchi e presunte ricollocazione. E il clima in studio, già surriscaldato, si fa incandescente. «Soltanto 33 delle centinaia e centinaia di migranti sbarcati nel 2020 sono stati ricollocati», legge dal vidiwall il conduttore e aggiunge polemico: «Non mi potete dire che hanno funzionato gli accordi di Malta. Sono solo una presa per i fondelli». Quindi, la momentanea conclusione: «Mettiamoci l’anima in pace: l’Italia sarà un grande hotspot pagato dagli italiani e dai contribuenti europei».

Porro stuzzica Capuozzo sugli accordi di Malta: una presa per i fondelli?

La replica sulla vexata quaestio è affidata a Capuozzo, che con flemma britannica, tra disappunto e disillusione, risponde alla provocazione di Porro. «Il problema è che abbiamo una malintesa idea di solidarietà. Siamo convinti di essere i buoni samaritani, i salvatori del mondo. Abbiamo anche l’arroganza di credere di essere gli unici capaci a farlo. E ci illudiamo di accogliere facendo il solo gesto dell’ospitalità. Come se far sbarcare i migranti sia una grazie azione di dignità. Poi, però, dare lavoro. Offrire la possibilità di integrarsi davvero: resta tutto incompiuto», rimarca drammaticamente il giornalista autore del programma di approfondimento Terra! Porro riporta il suo ospite al centro del dibattito.

«Non decidono né le Ong né il Vaticano»

E insiste: «Tutto giusto, ma non possiamo lasciare la politica immigrazionista alle Ong. Non può essere la Alan Kurdi che decide dove portare e fare sbarcare 130 migranti» ribatte il conduttore. «Ma nemmeno al Vaticano e al pur virtuoso esempio della comunità di S. Egidio», contro replica Capuozzo sui migranti. Ed è a questo punto che scatta il duro faccia a faccia tra Chaouki e Capuozzo. «O facciamo cooperazione vera in quei paesi – tuona l’esponente dem – o nessuna nave riuscirà a bloccare chi è in fuga».

Sui social la pietra tombale: «Ci hanno abbandonato»

Difficile però portare fuori rotta un giornalista di lungo corso come Capuozzo. Il quale, infatti, prende in mano la barra del discorso e vira su un punto preciso solo sfiorato qualche minuto prima: «La politica immigratoria non possono deciderla né il Vaticano, né le Ong. Il problema è che la classe politica non vuole ragionare sui tempi lunghi e agire di conseguenza». Come a intendere, senza invasioni di campo da parte dei partner europei e, come rimarca Libero in queste ore al cui suggerimento ci associamo, meno che mai da parte della magistratura “politicizzata”. L’ultima parola su capacità e modalità d’azione della classe politica dirigente, infine, è quella apposta come una pietra tombale da Toni Capuozzo sui suoi profili social. Dove, in una didascalia leggiamo: «Ci hanno abbandonato». Nel silenzio e nell’inazione risolutiva, viene da aggiungere...

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