L’ultima follia Pd-M5S: censurare l’arte per non offendere altre culture. Meloni: “È sottomissione”

24 Set 2020 16:31 - di Valeria Gelsi
censurare arte
Alla fine l’hanno approvata. La controversa Convenzione di Faro, sul valore del patrimonio culturale, è passata alla Camera con 237 voti a favore, 119 contrari e 59 astenuti. Dunque, a colpi di maggioranza. Ma perché un trattato che ha l’intento dichiarato di promuovere circolazione e fruizione di arte e cultura dovrebbe trovare opposizione in Parlamento? Perché, in realtà, dietro le belle parole si nasconde una trappola mortale. Con quel trattato, infatti, ci pieghiamo a censurare la nostra arte e la nostra identità in nome di un quanto mai insidioso politicamente corretto. Un’altra forma di sottomissione bella e buona, per dirla col titolo del celebre romanzo di Houellebecq.

La trappola della Convenzione di Faro

Tra i vari passaggi controversi della Convenzione ve n’è uno che recita: “L’esercizio del diritto al patrimonio culturale può essere soggetto soltanto a quelle limitazioni che sono necessarie in una società democratica, per la protezione dell’interesse pubblico, degli altrui diritti e libertà”. Tradotto da questo linguaggio paludato alla pratica, significa che ci consegnamo mani e piedi ai capricci di chiunque si senta offeso dai nostri nudi classici o da qualche Madonna che culla un bambinello. Del resto, anche prima della ratifica della Convenzione, ci eravamo portati a buon punto: dai presepi messi al bando dalle scuole, alle statue dei Musei Capitolini coperte in occasione della visita del presidente della Repubblica islamica dell’Iran Hassan Rouhani ai tempi di Matteo Renzi premier.

Meloni: “Un atto di sottomissione di sinistra e governo”

“Grazie alla sinistra e al M5S, la Camera approva la Convenzione di Faro che introduce il principio di limitare la fruizione del nostro patrimonio artistico e culturale per non offendere le culture altrui. Siamo alla più clamorosa resa culturale della nostra civiltà“, ha commentato su Facebook Giorgia Meloni. “Fratelli d’Italia – ha proseguito la leader del partito – non si arrenderà alla sottomissione della sinistra e del governo al politicamente corretto. E continuerà sempre a difendere i simboli della nostra storia, identità e cultura”.

Delmastro: “Censurare l’arte è una Caporetto”

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo di FdI in commissione Esteri, Andrea Delmastro. ”La sottoscrizione è la Caporetto di una civiltà. La nostra civiltà si fonda sulla libertà della espressione artistica e culturale. La nostra identità culturale e artistica non può essere oggetto di mediazioni. Ancora una volta il governo giallorosso rappresenta la punta più avanzata della cessione identitaria e della sottomissione culturale. Noi – ha avvertito Delmastro – difenderemo sempre l’identità italiana e, se qualcuno si sente offeso dai simboli della nostra cultura, ha un solo modo per non sentirsi offeso: scegliere altre Nazioni dove vivere”.

Commenti

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  • LUCIANO GRASSI 25 Settembre 2020

    E’ iniziata la caccia alle streghe? Il signor Franceschini sta tentando di coprire le opere d’arte, statue e dipinti, che mostrano le nudità? Neanche nel medioevo esistevano questi pregiudizi. Cosa faranno, copriranno le nudità dei dipinti, che Michelangelo realizzò nella Cappella Sistina, perché se qualche musulmano dovesse visitarla, ne resterebbe offeso? E poi le donne, che in spiaggia andranno con il costume in 2 pezzi, dovranno mettersi il vestito islamico? Ma succederà che in futuro i musulmani costringeranno le donne ad andare in strada con il burka e dovranno camminare 1 passo dietro l’uomo? Arriveremo anche all’infibulazione della donna?

  • Fabrizio 25 Settembre 2020

    Se la sono firmata nel 2013 e ratificata adesso. Se la sono suonata e cantata e ne pagheranno le conseguenze alla prima causa di un musulmano offeso. Ma capisco poco l’astensione al senato fai, invece di un bel no

  • Luigi Misistra 25 Settembre 2020

    C’è poco da commentare, come ha detto Delmastro, chi non si vuol sentire offeso, scelga un’altra nazione dove vivere.