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L’infettivologo Bassetti a Sileri: «Fare i tamponi all’Italia intera? Sarebbe un grosso sbaglio»

Cronaca - di Roberto Mariotti - 1 Settembre 2020 - AGGIORNATO 1 Settembre 2020 alle 17:15

«Si potrà arrivare a più di 300mila tamponi al giorno nelle prossime settimane? Io francamente dico che è bene avere una potenza di fuoco importante. Ma bisogna anche evitare di fare il tampone a tutti. Se facciamo 300mila test al giorno vuol dire che in 6 mesi ne facciamo 60 milioni, cioè tamponeremo l’Italia intera. E poi, quando avremo i positivi, che faremo? Riblocchiamo il Paese?». Si chiede se «sia sostenibile» Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Inteviene ad Agorà Estate su Rai 3.

Bassetti: 300mila tamponi, ho perplessità

«È una domanda che pongo ai politici», spiega. «Noi dobbiamo avere una potenza di fuoco sostenibile per poter trattare i nuovi focolai, per poter fare il test a tutti coloro che hanno sintomi compatibili» con Covid-19. «Sinceramente farlo a tutta Italia nei prossimi 6 mesi non so se sia giusto», riflette. Così commenta le parole del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che ha parlato di numeri di tamponi in costante crescita. E con una capacità che potrà arrivare a quota 300mila nelle prossime settimane. «Intanto è lungi dall’essere il test perfetto», sottolinea Bassetti. «Oggi io posso essere negativo e positivizzarmi stanotte perché la carica virale oggi è bassa e domani invece sale e posso essere positivo. Il tampone, quindi, è importante per tracciare nuovi focolai, è importante per chi è asintomatico, per chi arriva da Paesi a rischio. Però eviterei di farlo a tutti».

Le parole di Sileri

«Sui tamponi», aveva detto Sileri a Rai Radio1, «si sta facendo sempre di più, il numero sta crescendo. Ma durante la stagione autunnale e invernale gireranno altri virus e sarà necessario avere una potenza di fuoco maggiore. Si può arrivare a 300mila test al giorno e forse qualcosa di più nelle prossime settimane» Sui professori fragili «c’è già un documento che li tutela, è tutto affidato al medico della Asl e dell’Inail: verrà valutato caso per caso. Bisogna velocizzare la procedura, ma questo non accade in tutte le regioni».

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di Roberto Mariotti - 1 Settembre 2020