L’ex Br Balzerani sforna un altro libro. I familiari delle vittime: ormai nessuno se la fila più
Barbara Balzerani, nel gruppo dirigente delle Brigate Rosse fino all’arresto avvenuto nel 1985, una condanna a sei ergastoli, di nuovo libera dal 2011, sforna un altro libro. E raccoglie le sue riflessioni in ‘Lettera a mio padre‘, di cui oggi ‘Il Riformista‘ pubblica un estratto. I precedenti titoli della Balzerani: Compagna luna; Perché io, perché non tu; Cronaca di un’attesa; Lascia che il mare entri.
Sempre il solito linguaggio ideologico e astruso
Prosa pretenziosa, ideologia vecchia, come quando le Br pensavano di combattere il Sim, lo Stato imperialista delle multinazionali. “Il nuovo ordine mondiale – scrive Balzerani – può vivere solo sull’esclusione del conflitto degli sfruttati, braccia intercambiabili a diverse gradazione. Ma da un sud ancora più vasto possono arrivare la maestria delle grandi idee e il rimedio di un attrezzo in dotazione di quell’immensa officina sotterranea che sorregge la moderna tecnologia a forza di braccia e mezzi in disuso. Magnifici strumenti per l’opera di sabotaggio dell’attuale meccanismo riproduttivo di morte”. Non si capisce molto, ma ai suoi lettori (pochi) probabilmente piace questo vago alludere ai proletari che resistono allo sfruttamento. Sempre la solita solfa marxisteggiante rimaneggiata magari stavolta ad uso dei nuovi ultimi, cioè i migranti.
La reazione dei familiari delle vittime
I familiari delle vittime affermano che le elucubrazioni della Balzerani non hanno per loro alcun interesse. “Sono più di 40 anni che noi familiari scontiamo un ergastolo. Ancora aspetto di sapere chi ha ucciso mio padre mentre i terroristi godono di spazi e visibilità“, dice Sandro Leonardi, figlio del capo della scorta di Aldo Moro, ucciso nell’agguato al presidente della Democrazia Cristiana il 16 marzo del 1978 a via Fani.
“Quello che dice la Balzerani non mi interessa minimamente. Si tratta di una persona più volte criticata dai stessi suoi compagni. Troppa visibilità per gli ex terroristi? Non direi proprio, la Balzerani ha scritto un libro, non è un reato, ma di spazi non ce ne sono più per loro”, così commenta Sabina Rossa, figlia di Guido, il sindacalista genovese della Fiom-Cgil ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979.
Il problema non è dunque che Balzerani scriva libri, ma che si tenti di presentarli come se fossero casi editoriali mentre interessano ormai uno sparuto gruppo di reduci.