L’ex Br Balzerani senza vergogna: “Non sono pentita, persa solo una battaglia”. Sdegno delle vittime

20 Apr 2019 20:24 - di Giovanni Pasero

L’ex brigatisti rossa Barbara Balzerani ha 70 anni, è stata condannata a sei ergastoli, è libera dal 2011, ma ancora gira l’Italia predicando odio. L’altro giorno ha presentato a Milano il suo sesto libro. E ha ribadito di non essere affatto pentita di quello che ha commesso. 

Chi è Barbara Balzerani 

“Balzerani ha detto che la guerra non è finita”

«Come si fa a pensare di lasciare ancora tanta libertà a chi non solo non si è pentito ma si considera quasi un martire? Dopo le parole pronunciate dalla Balzerani resto sempre più convinto che questa gente debba essere fermata». Potito Perruggini, presidente di “Anni di piombo” e nipote di Giuseppe Ciotta, agente di Polizia ucciso a Torino il 12 marzo 1977 da Prima Linea, commenta così le dichiarazioni dell’ex terrorista. “Balzerani ha esplicitamente dichiarato che hanno perso solo la battaglia: quindi la guerra è ancora in atto? – si chiede Perruggini – La terrorista continua a dire che i cattivi sono quelli che hanno vinto, che il carcere è una presa in giro e la costituzione è carta straccia! Hanno semplicemente cambiato le armi, sono diventati più furbi ma il loro intento è ancora vivo”. “Vogliono distruggere il capitalismo e non si fermeranno finché non ci saranno riusciti. Sono dei cretini come li ha definiti il giudice Armando Spataro o i cretini siamo noi che continuiamo a sottovalutarli? Adesso, grazie anche ai social media hanno un potere di penetrazione ancora più forte oltre alla rete che da sempre li supporta e/o li strumentalizza. Ancora una volta il mio appello è rivolto alle massime istituzioni affinché tutelino la dignità dello stato italiano con degli atti formali che creino una regolamentazione per tutto il territorio”, conclude Perruggini, riferendosi al fatto che la presentazione del libro sia avvenuta in un locale di proprietà del Comune ma gestita da una cooperativa.

Non nasconde il suo fastidio Roberto Della Rocca, presidente di Aiviter-Associazione italiana familiari vittime terrorismo. «Il pentimento non consente di dare una pulita a tanto sangue versato, fa parte di un percorso che ciascuno di loro può aver fatto o no e comunque in sé non ci dà nessuna soddisfazione».

«Il problema – commenta Maurizio Campagna, il fratello di Andrea, ucciso da Cesare Battisti nel 1979 – è che quando si danno in affitto questi spazi nei bandi non c’è scritto che non puoi portare terroristi e delinquenti, quindi non possiamo recriminare niente». Al massimo, «c’è da chiedere alla cooperativa perché scelga di invitare persone che tanto male hanno fatto all’Italia».

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