La Regione Piemonte sbugiarda la Azzolina: “Le scuole non sono pronte per colpa del governo”
La Regione Piemonte sbugiarda il governo sui termometri a scuola. Materia del contendere pare banale (chi misura la febbre agli studenti), ma è l’ennesima prova della incapcità della Azzolina. Anche se la ministra scarica le colpe sulla Regione Piemone.
«Potremmo impugnare il decreto della Regione Piemonte» che impone alle scuole di verificare la temperatura degli studenti. Lo ha detto la ministra Lucia Azzolina, oggi in visita a una scuola di Biella.
«Il ministero ha detto che le temperature vanno prese a casa perché non è giusto che studenti contagiati utilizzino i mezzi di trasporto per arrivare a scuola. – ha spiegato la ministra – E non si può a 4 giorni dall’apertura cambiare le regole del gioco. È una questione di rispetto per le famiglie e per i dirigenti scolastici. Non escludiamo la possibilità di aprire un contenzioso con la Regione Piemonte e impugnare il decreto del presidente Cirio».
La replica del presidente della Regione Piemonte
Per tutta risposta, il governatore Cirio sottolinea che da settimane chiede al governo che la febbre venga misurata a scuola. Inoltre, da settimane, ripete che se non fossero intervenuti da Roma lo avrebbe fatto lui con una ordinanza. Voleva già formalizzarlo un mese fa, ma l’Usr ha chiesto alla Regione di attendere l’indicazione nazionale. Per rispetto istituzionale lui l’ha fatto, ma non accetta che ora si accusi la Regione di un ritardo. Perché dopo mesi per prepararsi, in cui l’unica priorità doveva essere la ripartenza dell’anno scolastico, le linee guida nazionali sono arrivate solo alla fine di agosto.
Il governo ha “dimenticato” di comprare i termoscanner
Il presidente Cirio ha aggiunto che «per tutta l’estate i nostri dirigenti scolastici e i nostri sindaci hanno lavorato ininterrottamente per inventare soluzioni che nessuno aveva indicato loro. Si sono improvvisati geometri e ingegneri. Ora mancano quattro giorni all’inizio della scuola e non c’è ancora certezza sugli insegnanti che servono per completare l’organico, sui banchi, sulle mascherine chirurgiche che il Governo ha previsto che le scuole consegnino tutte le mattine». E ricorda anche lo stanziamento di 500 mila euro per aiutare le sue scuole a comprare termometri e termoscanner che sarebbe stato compito del Ministero far avere ai territori.
“Se c’è qualcuno tardivo è la Azzolina”
Cirio evidenzia che «se c’è qualcuno di “tardivo” non è certo la Regione ed è assurdo che, nel mezzo di una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, si stia a discutere della richiesta di controllare ogni giorno che la temperatura venga indicata sul diario, oppure su un foglio, sul registro elettronico, in una chat di classe o con qualsiasi altro mezzo comodo e facile scelto dalla scuola».