La figuraccia di Di Maio, il giornalista lo incalza e lui se ne scappa a gambe levate (video)
Di Maio, che figuraccia! Il ministro degli Esteri in tour elettorale per paesini e cittadini, non sfugge al giornalista Luigi Abbate. Il quale lo incalza con domande a raffica su Ilva, Referendum e, soprattutto, sull’esorbitante costo del suo staff. L’esponente grillino, in evidente difficoltà, prova a schernirsi. A nascondersi dietro un sorrisetto di circostanza imbarazzato. Poi, messo alle strette. Dopo aver provato a schivare il fuoco di fila delle domande scomode. Dopo aver deviato, nelle risposte a precisi interrogativi, spalle al muro, Di Maio non intravede altra soluzione che sottrarsi e darsela a gambe levate… Per molti utenti il video è già il più esilarante dell’anno.
Di Maio, che figuraccia: il giornalista lo mette alle strette
Dunque, come recita la didascalia a corredo del video, «l’ottimo Luigi Abbate incalza il Ministro degli Esteri: «Le faccio pelo e contropelo sugli enormi costi del suo staff ministeriale e sulla questione Ilva». E lui, nell’ordine: prima deglutisce (amaro). Poi prova a sgattaiolare verbalmente, ma come noto la dialettica non è il forte del ministro grillino. Quindi, messo alle strette, non trova altra soluzione che rispondere a qualcuno da cui “si sente chiamato”, e allontanarsi da microfoni e verità indicibili…
Il ministro svicola ed evita di rispondere su costi del suo staff e Ilva
Signor ministro, «il M5s propone il referendum sul taglio di 345 parlamentari» anche per abbattere i costi. Eppure il suo staff costa 711.000 euro all’anno con 8 dipendenti. Il suo capo segreteria, il suo portavoce, prendono 130.000-140.000 euro l’anno. Non le sembra un’ipocrisia? Un controsenso? L’amaro calice è servito: e sa di cicuta. Di Maio sembra disorientato: e il giornalista non gli dà tregua. Così, sul ring della piazza, Abbate colpisce il ministro con un uno-due che lo mette al tappeto: la seconda domanda è pronta ad essere sferrata. «Un’altra cosa: perché non è venuto a Taranto e si p rifugiato nei paesi? Aveva paura della questione Ilva? Perché tenete Arcelor Mittal e non lo cacciate»?
Poi, spalle al muro, Di Maio scappa: e si sottrae al confronto…
«Mi hanno invitato qui e sono venuto a sostenere i nostri», replica Di Maio svicolando sia dalla prima, che dalla seconda domanda. Il cronista però non è un ingenuo, e insiste: «No, parli del suo costoso staff, ministro. Non eluda la domanda. Ci dica: perché ha evitato Taranto? Aveva paura della Ilva»? «Un po’ di rispetto e educazione», intima un aiutante del ministro. Ma il giornalista è un fiume in piena, impossibile da arginare. Tanto che l’accompagnatore del ministro non vede altra possibilità che intimare il silenzio all’intervistatore che, irritato e indignato, replica: no, lei non mi zittisce! Ministro lei non risponde. Ma io le faccio pelo e contropelo, politicamente parlando». E così è stato…