Il virologo Pregliasco: «I prof non fanno il test sierologico per non restare a casa se asintomatici»

9 Set 2020 8:14 - di Liliana Giobbi
pregliasco test sierologico

«Un vero peccato la riluttanza degli insegnanti a fare il test sierologico, che sembra emergere dalle segnalazioni dei medici di famiglia. Questo test può infatti servire ai singoli per conoscere meglio la propria condizione clinica. E ai ricercatori per capire l’andamento del virus in certi contasti e territori». Lo evidenzia all’Adnkronos Salute il virologo dell’Università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco. «I test sierologici forniscono una “fotografia” di quanto accaduto 14 giorni prima dell’esame. Una fotografia interessante e, anche se ci sta che il test sia facoltativo, un’adesione massiccia sarebbe utile».

Pregliasco, test sierologico e insegnanti

Ma cosa tiene lontani gli insegnanti dal test sierologico? «Penso sia la paura di ritrovarsi a dover stare a casa se ci si scopre positivi da asintomatici. Ma i presidi si trovano anche ad affrontare il problema dei lavoratori fragili. Per loro – e non solo nella scuola – occorrono indicazioni precise. Così si evitano eccessi da un lato e dall’altro», dice Pregliasco. «Anche tra i miei operatori sanitari l’età media è alta. E con l’età si moltiplica il rischio che si abbiano problematiche di salute e fragilità».

«A scuola occorre agire con responsabilità»

«In ogni caso, quelle sulle scuole sono norme complesse. Non si riuscirà a partire al meglio all’inizio», scommette il virologo. «Ma si dovrà fare di tutto consapevoli che servirà un adattamento. Occorre agire con buonsenso e responsabilità. Soprattutto presidi, insegnanti e famiglie devono andare nella stessa direzione».

La misurazione della febbre

Quanto alla misurazione della febbre e al dibattito se farlo a casa o a scuola, «penso che si tratti di uno sforzo importante. Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che se il bimbo si imbottisce di paracetamolo, la temperatura scende. Inoltre, se si ha la febbre la sera, è possibile che la mattina scompaia, per poi tornare durante il giorno. Ecco perché invito i genitori, e i ragazzi più grandi, al buonsenso. Tenendo conto del fatto che, se c’è una combinazione di sintomi, con anosmia e agnosmia, cioè non si sentono odori e sapori, è bene sospettare un’infezione da Sars-CoV-2», conclude Pregliasco.

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