Il presidente del Piemonte: il fascismo valorizzava lo sport. Tutto vero, ma i compagni hanno un travaso di bile…
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, parla di educazione fisica e dice un’indubbia verità. E cioè che il fascismo dava grande importanza allo sport. E lo valorizzava a scuola. Cosa che nel dopoguerra è stata trascurata.
Cirio: attività sportiva trascurata nel dopoguerra
“L’attività sportiva – ha detto Cirio – è stata trascurata completamente nel Secondo Dopoguerra. Ai tempi del fascismo c’era grande attenzione alla cura del corpo, lo sport era importante nelle scuole. Caduta la dittatura, per reazione l’attività sportiva è stata cancellata dagli istituti scolastici”, ha concluso il governatore.
Immediate le polemiche a sinistra
Un concetto espresso a margine a margine dell’inaugurazione del Kinder Joy of moving Park nell’outlet di Vicolungo, un parco ludico motorio in provincia di Novara. Subito gli esponenti della sinistra hanno sollevato polemiche. Il deputato Pd Filippo Sensi ha accusato Cirio di nostalgismo.
Fratoianni: nostalgia dell’olio di ricino?
E’ poi intervenuto il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Vedo che il presidente della Regione Piemonte ha nostalgia della cura per il corpo che aveva il regime fascista. Temo che si riferisse alle cure a base di manganello e di olio di ricino agli oppositori che difendevano la democrazia e la libertà”.
La vicepresidente del Senato e senatrice Pd, Anna Rossomando punta anche lei l’indice: “Eviterei di far riferimento a come i fascisti si siano distinti in passato in quanto a cura dei ‘corpi degli altri’, perché purtroppo lo sappiamo bene”.
Cirio: la mia era solo una ricostruzione storica
Alberto Cirio ha dovuto a quel punto giustificarsi prima che scendesse magari in campo l’Anpi a chiederne le dimissioni: “Ho solo ricostruito storicamente perché in Italia non si insegni più ginnastica – spiega -. La ragione va ricercata nel fascismo, che ha esasperato la cura del corpo. Caduta la dittatura, forse per un effetto contrario, si è abbandonata l’educazione fisica. Ma non voleva certo essere un elogio del fascismo”.