Gli esperti: «Non baciate il vostro gatto. Ecco come potete capire se ha il coronavirus»
Sebbene attualmente non vi siano prove di trasmissione da gatto a uomo è necessario prendere in considerazione delle precauzioni. Lo scrivono i ricercatori della Huazhong Agricultural University, nella città cinese.
Lo studio dell’università cinese
Lo studio, pubblicato sulla rivista Emerging Microbes & Infections, prova che i gatti potrebbero contrarre il Covid-19 a velocità molto più elevate di quanto si pensasse prima, il che potrebbe significare che hanno modi unici per combattere il virus.
In particolare, hanno scoperto gli anticorpi Covid-19 presenti in 15 dei campioni di sangue prelevati dai gatti. Di questi, 11 gatti avevano anticorpi neutralizzanti, proteine che si legano così bene a un virus da bloccare l’infezione.
Nello studio, è stata rinnovata la raccomandazione di tenere delle precauzioni con i propri felini. «Sebbene non sia stato possibile comprendere appieno l’infezione nei gatti randagi, è ragionevole ipotizzare che queste infezioni siano probabilmente dovute al contatto con l’ambiente inquinato da SARS-CoV-2 o ai pazienti con Covid-19 che hanno nutrito i gatti», ha affermato il responsabile dello studio. autore Meilin Jin.
Le accortezze da avere con il proprio gatto
Quindi, di certo i gatti sono soggetti al contagio dagli esseri umani. Tra le molte scoperte all’interno degli anticorpi, hanno visto che il tipo di reazione prodotta dai gatti assomiglia a quelle osservate nelle infezioni stagionali da coronavirus, il che implica che i gatti che hanno avuto l’infezione da SARS-CoV-2 “rimangono a rischio di reinfezione”.
Sintomi del coronavirus nel gatto
Sintomi generici come: febbre ricorrente, debolezza e stanchezza. Variazioni del comportamento come improvvisa aggressività o paura. Disturbi della deambulazione come paralisi incompleta (paresi) o problemi di coordinazione (atassie). Membrane mucose di colore giallastro (ittero, ad es. in bocca) e patologie oculari. Deperimento con un aumento simultaneo della circonferenza addominale (a causa di idropisia addominale) e conseguente debito di ossigeno (respiro molto difficoltoso).
Un altro dato da tenere presente è che il 40% delle famiglie italiane vive con un cane o un gatto. La cautela, quindi, è doverosa, in attesa di nuovi studi e ulteriori certezze.
“Come capire se il gatto ha il Covid”
Per sicurezza, Margaret Hosie, professore di virologia comparata all’Università di Glasgow, ha detto al The Guardian che i proprietari di gatti dovrebbero “osservare un’igiene molto attenta”.
“Se hai segni respiratori, assicurati di tossire o starnutire in un fazzoletto usa e getta. Inoltre lavati le mani prima di maneggiare il tuo gatto”, dice. “Non baciare il tuo gatto. Non lasciare che il gatto dorma in un letto con te. E non condividere il cibo con il gatto.” Ha infine ribadito che non ci sono prove che i gatti possano trasmettere il virus agli esseri umani.