Giorgia Meloni: «Ho parlato con la mamma di Willy, una donna con una dignità pazzesca»

18 Set 2020 10:03 - di Gianluca Corrente
Meloni

«Ho parlato con la mamma di Willy due giorni fa». Lo ha rivelato Giorgia Meloni ai microfoni di Rtl 102.5. Un colloquio che non potrà mai dimenticare. «Mi sono confrontata con una donna che ha una dignità pazzesca», ha detto la leader di Fratelli d’Italia. «L’ho ringraziata e le ho portato la solidarietà. Lei mi ha risposto “sono una persona semplice. Ho fatto solo la parte mia, ho cresciuto un ragazzo straordinario”». Parole che vanno direttamente al cuore. E che esprimono un dolore profondo. Pene esemplari per chi ha ucciso Willy, la Meloni le ha chieste subito. E aveva definito gli aggressori «quattro animali, una banda di cocainomani, ex spacciatori».

Meloni sulle elezioni regionali

Poi l’intervista ha toccato altri argomenti, dal Campidoglio alle regionali e al referendum. «Ho risposto di no tante volte all’ipotesi di candidatura a sindaco di Roma», ha sottolineato la Meloni. Che ha precisato un elemento sul voto: «Un successo rilevante del centrodestra alle elezioni regionali sarebbe un segnale contro il governo nazionale. E penso che una riflessione il giorno dopo andrebbe fatta». Sul referendum «faccio un passo indietro e aspetto il responso dei cittadini. Io sono favorevole al taglio dei parlamentari, lo sono sempre stata. Tra l’altro il primo a tagliare i parlamentari fu il centrodestra. Se gli italiani faranno un’altra scelta si farà un altro governo, spero con le elezioni, e un’altra riforma migliore».

Le preferenze

«Rimettiamo le preferenze e risolviamo il problema della rappresentanza dei territori. Consentiamo che ciascuno possa scrivere il nome del parlamentare che lo rappresenta», continua la Meloni. «Non mi pare che attualmente ci sia grande rappresentanza dei territori…  prendi la Boschi da Arezzo e la vai a candidare a Bolzano».

Meloni, il governo e il tema del fascismo

Ospite di Stasera Italia, la leader di FdI torna sul referendum: «L’eventuale vittoria del Sì non è una vittoria del M5S e non è un test sul governo. Perché la norma è stata votata da tutti. Solo la vittoria del No andrebbe calcolata come un fallimento del governo». Infine, «Il tema del fascismo è una sorta di coperta di Linus per una sinistra che non ha più niente da offrire e deve guardare a 70 anni fa per cercare di darsi un’identità».

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