Colleferro, la Meloni: «Il fascismo non c’entra. C’entra lo spaccio e modelli tipo Gomorra»

11 Set 2020 18:12 - di Francesca De Ambra
Colleferro

Passa per il brutale massacro di Colleferro che è costato la vita a Willy Monteiro Duarte l’ultima frontiera dell’antifascismo. Roba da far inorridire i Paietta, i Pertini, i Calamandrei e tutti quelli la cui schiena non si piegò agli abusi della dittatura. Un antifascismo da rispettare, il loro, perché diretto, autentico, sofferto. Niente a che vedere con la mercanzia abilmente spacciata da giornali e talk show sull’abbrivio dell’emotività e sommando pere a mele in un frullato in cui tutto, ma proprio tutto, contribuisce a “fare fascismo”. Persino i tatuaggi incisi su corpi scolpiti da ore di palestra da bulli di periferia senza lavoro e puntualmente con le tasche piene.

La leader di FdI stronca la speculazione politica su Colleferro

Ci fosse ancora il Mascellone, rischierebbero la condanna a morte. Ha fatto perciò non bene, ma benissimo Giorgia Meloni a mettere un punto fermo a questa pseudo-narrazione ad uso esclusivo di giornalisti ignoranti e di comari travestite da conduttrici tv. «Il fascismo non c’entra. C’è un problema legato allo spaccio», ha scandito la leader di FdI. Che meglio ancora ha fatto nel momento in cui ha richiamato i modelli antropologici di riferimento. «Il mio modello è un altro», ha ricordato rivendicando il merito di aver chiesto ai “suoi” giovani di «credere in qualcosa» che non fosse «la scarpa griffata» o il guadagno facile. E quindi, ha aggiunto, «credo siano altri a doversi assumere questa responsabilità, compresi quelli che hanno fatto i milioni coi modello tipo Gomorra…».

«Ai miei giovani dico di credere»

Ogni riferimento a Saviano è puramente voluto. La tragedia di Colleferro, seguita al selvaggio e vile pestaggio del giovane Willy ha a che fare con lo spaccio. Vale a dire con abitudini e comportamenti più figli della morte delle ideologie che della sopravvivenza di una di essa. Forse sarebbe il caso che qualcuno troppo lesto a sputare sentenze guardasse in casa propria. In palestra, certi bulli allenano solo il corpo. La mente no. Quella gliel’hanno rapita, e da tempo, i teorici del nulla spacciato come prospettiva di vita.

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