Ecco chi c’era dietro i roghi di Moria che hanno fatto sfollare 13mila migranti: 6 afghani (video)
La Polizia ellenica ha identificato sei cittadini afghani (tra di loro due minorenni). Sono accusati di essere i responsabili dei roghi che, la settimana scorsa, hanno distrutto il campo migranti di Moria, sull’isola greca di Lesbo. I capi d’imputazione a loro carico sono incendio doloso e appartenenza a un’organizzazione criminale.
Come riporta Ekathimerini, a incastrare i quattro presunti piromani sono stati i filmati degli incendi circolati sui social network. I quattro compariranno davanti a un giudice sabato. Con loro sono indagati anche altri due connazionali, entrambi minori non accompagnati.
Ecco chi c’è dietro gli incendi di Lesbo
Intanto, a Lesbo è iniziato il trasferimento degli oltre 12mila sfollati di Moria a un campo provvisorio, Kara Tepe, che si trova poco lontano.
Benché la capacità della struttura sia di ottomila posti, fino a giovedì mattina meno di duemila persone vi si erano trasferite. Come riferisce la Bbc, molti migranti hanno preferito rimanere accampati per le strade, con l’intento di lasciare quanto prima Lesbo alla volta dell’Europa continentale.
Da Moria verranno anche in Italia
Il campo profughi di Moria più grande d’Europa. Il 9 settembre scorso circa tredicimila migranti sono stati costretti a fuggire dopo gli incendi. Una tragedia umanitaria che, inevitabilmente, avrà ripercussioni in Italia.
La Comunità di Sant’Egidio ha lanciato un appello a tutti i paesi dell’Unione europea perché accolgano con urgenza i profughi che con l’incendio del campo di Moria hanno perso tutto. «Si tratta di richiedenti asilo che da mesi, alcuni da anni, vivono in condizioni di estrema precarietà, dopo aver fatto lunghi e rischiosissimi viaggi per fuggire da guerre o situazioni insostenibili, in gran parte provenienti dall’Afghanistan – spiega Sant’Egidio in una nota – Sono per lo più famiglie, per una cifra complessiva di presenze che si aggira attorno alle 13 mila, con una percentuale di minori del 40 per cento. L’Europa, se è ancora all’altezza della sua tradizione di civiltà e umanità, deve farsene carico con un atto di responsabilità collettiva». Un incendio che, si scopre ora, è stato appiccato proprio da alcuni ospiti del campo profughi.