Covid, scintille in tv. Zangrillo contro Scanzi: «Prenditela con gli esperti di Conte, non con me»
Trovare un capro espiatorio. E, in particolare, in qualche modo collegabile a un certo mondo. La strategia di chi da un lato ha tutto l’interesse a continuare ad alimentare le peggiori paure intorno al Covid e dall’altro a scaricare di ogni responsabilità il governo, ieri, è andata plasticamente in onda a Carta Bianca. Il giornalista Andrea Scanzi ha puntato l’indice contro Alberto Zangrillo e Flavio Briatore, pensando forse, con un binomio così, di poter fare “bingo”. Ma Zangrillo, ospite della trasmissione e quindi nella condizione di rispondere, non ci è stato a farsi gettare la croce addosso.
Zangrillo: “Volete solo un capro espiatorio”
“Ho detto che il virus è clinicamente morto, ho fatto mea culpa per un’espressione stonata, ma nel significato la ribadisco. Ho sempre evocato il buon senso: se qualcuno va in discoteca senza mascherina e senza precauzioni, non credo sia colpa mia. Poi se volete il capro espiatorio…”, ha detto il direttore della Terapia intensiva del San Raffaele, replicando alle recriminazioni del giornalista del Fatto quotidiano.
Scanzi a Zangrillo: “Là non ci dovevi andare”
“Zangrillo è una persona competente e efficace in televisione. Credo che abbia fatto un grande errore: divenire per molti negazionisti e minimizzatori una sorta di faro. Lei – ha intimato Scanzi al medico – non doveva andare in quella baracconata del 27 luglio al Senato dove c’erano anche persone che si vantano di non indossare le mascherine. Se le ci va – ha sentenziato – in qualche modo avalla il pensiero, per me pericoloso, di Sgarbi e di tutti quelli che dicono che il Covid non c’è”.
…e poi se la prende con Briatore
E, ancora, l’accusa a Briatore. “La Costa Smeralda ha fatto notizia perché è stata incarnata mediaticamente da figure forti mediaticamente, come Briatore, che sono andate settimane in tv per dire che non c’erano rischi. Poi si è ammalato Briatore e si è ammalato quasi tutto il Billionaire: per colpa di alcuni personaggi, a cui auguro ogni fortuna medica ma che dovrebbero chiedere scusa, ha incarnato il peggio di questo approccio minimizzatore”. “Non si può continuare a vivere come prima”, ha affermato Scanzi.
La replica del prof: “Le discoteche le ha aperte il Cts…”
Dunque, verdetto e condanna erano già stati emessi. Senonché Zangrillo si è appellato ai numeri e alla scienza. “Sapete quante persone per il Central Control Disease possiedono gli anticorpi a New York? Una persona su 4. Una su 4 è venuta a contatto col virus, non credo che la mia risonanza abbia varcato l’Oceano e abbia alimentato un motus verso l’inevitabile contagio. Ho sbagliato nel modo, ma il concetto rimane”, ha ribadito il professore. “E in ogni caso – ha concluso Zangrillo – c’è un Comitato Tecnico Scientifico che poteva dire ‘le discoteche non vanno aperte’ e soprattutto ‘non vanno riaperte’”. E, invece, com’è noto, anche su questo fronte abbiano assistito a un pasticciato stop-and-go, le cui conseguenze sanitarie sono sotto gli occhi di tutti. Quelle economiche, invece, se le piangono gli imprenditori, ancora una volta beffati da Conte & co.