Conte accontenta i Cinquestelle: «Voto sì». Poi cade nel ridicolo: «Sulla scuola fatto l’impossibile»

17 Set 2020 12:55 - di Mia Fenice
Conte

Conte scende in campo a fianco dei 5S e fa campagna elettorale per il “sì” al referendum sul taglio dei parlamentari. A due giorni dal voto annuncia: «Io voterò a Roma per il referendum, il mio voto è a favore del “sì”. Ritengo che la riduzione dei parlamentari non comprometta la funzionalità del Parlamento. Anzi, corredata con altri interventi, con un percorso riformatore che andrà integrato è completato, può essere un primo passaggio per contribuire a valorizzare anche in termini di autorevolezza dei parlamentari e dei lavori parlamentari». Il premier ne parla al termine della visita all’istituto comprensivo di torre Angela, alla periferia  di Roma. «Sono venuto qui questa mattina perché i radar del governo sulla scuola non si spengono dopo i primi giorni».

Scuola, Conte minimizza il caos

Come da copione, il premier minimizza su tutto il caos che si è verificato in questi primi giorni di scuola e fa l’avvocato della Azzolina. «Questo governo non ha mai nascosto le criticità, criticità che ci sono» ma che «accompagnano ogni inizio anno scolastico, anche se questo sì, è un anno particolare».  E poi attacca l’opposizione. «È inconcepibile – dice – che la scuola diventi luogo di sterili polemiche. Sulla scuola tutto dobbiamo lavorare in modo proficuo, non facciamo polemiche, non diamo false informazioni. Le criticità si superano con lo sforzo di tutti, di tutti».

«Sin qui, abbiamo consegnato banchi che in Italia venivano consegnati nell’arco di un intero anno scolastico. Addirittura siamo ricorsi a 11 aziende, perché la produzione che viene richiesta in genere avviene nell’arco di più anni. Stiamo facendo l’impossibile, poi criticateci pure…». Un cronista chiede dei presunti appalti sospetti sui nuovi banchi.’«Non entro in una vicenda specifica di cui non conosco dettagli. Ma vedrete che Arcuri risponderà in piena trasparenza, come ha sempre fatto».

Conte sul Mes

Capitolo Mes. «Mi sono già espresso. Un buon padre di famiglia ha un quadro finanziario da tenere presente e, sulla base delle necessità, valuta se andare o meno in banca. In questo momento siamo concentrati sul Recovery Fund. Se il quadro di finanza pubblica rendesse necessario un supplemento di risorse, lo valuteremo insieme al Parlamento e ci confronteremo».

L’equilibrismo di Conte

E a chi gli chiede un commento sullo mancato coinvolgimento dell’opposizione getta acqua sul fuoco: «Come non viene coinvolta? Abbiamo appena elaborato la prima bozza delle linee guida e la abbiamo mandato in Parlamento. L’opposizione è anche in Parlamento… Siamo disponibili adesso a valutare il confronto, ma deve essere il Parlamento che deve dirci le modalità con cui esaminerà queste linee guida, Camera e Senato. Io sono disponibilissimo ad andare quando e come mi diranno».

«Modificheremo i decreti sicurezza»

Sui tempi, «non dipende da me – dice ancora Conte – in casa altrui si viene invitati e ci si confronta sulle modalità. Auspico che il Parlamento, come sicuramente farà, svolga un ampia attività istruttoria. L’interlocuzione con il Parlamento sarà sicuramente utile per migliorare le linee guida e poi, quando entreremo nella fase dei progetti concreti, per migliorare anche i progetti». Poi l’annuncio: «Certamente modificheremo i decreti sicurezza, ci abbiamo già lavorato, è nel programma di governo, lo faremo prima possibile…».

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