Virus, il prete social: «La prostatite del ricco Briatore suscita più interesse dei poveri»
Tutti uguali davanti a Dio e davanti alla legge, ma di certo non di fronte al virus. È quel che sottolinea, non senza una punta, seppur blandamente, polemica don Dino Pirri, prete social molto attivo nella diffusione on line del Vangelo. Un modo, spiega, per raggiungere i più giovani. Neppure lui, però, resiste alla tentazione di chiamare in causa Flavio Briatore. Il sacerdote non ce l’ha con il proprietario del Billionaire, risultato positivo al Covid dopo il ricovero per prostatite al San Raffaele di Milano. Ce l’ha piuttosto con il sistema dell’informazione che ha trasformato la malattia del noto imprenditore in un caso nazionale.
Don Pirri contro il sistema dell’informazione
«La prostatite di un ricco suscita più interesse della morte di tanti poveri», è l’amara costatazione di don Pirri. Difficile dargli torto, dopo giorni e giorni di insulti travestiti da notizie scaricati su Briatore. Da qui l’iniziativa di lanciare, via tweet, un appello a tornare a questioni «molto più importanti che sono passate sotto silenzio». E all’Adnkronos precisa: «Niente contro Briatore per quanto non ne abbia grande stima». L’imprenditore, cui don Pirri ha augurato una pronta guarigione, «è un esempio quasi innocente». Ma, aggiunge il sacerdote, la pandemia rischia di farci dimenticare questioni più impellenti: «Preoccupati dalla povertà ci siamo però dimenticati dei poveri. Attenzione, o non saremo più credibili per le nuove generazioni».
Cecilia Strada: «Briatore un letto in intensiva lo troverà sempre. Noi no»
Decisamente diversi i toni scelti da Cecilia Strada, figlia di Gino, il fondatore di Emergency per commentare la malattia di Briatore. Toni evidentemente inquinati da una visione classista. «Briatore – dice infatti la Strada – supererebbe un altro lockdown e troverebbe sempre un letto di intensiva. Invece noialtri – aggiunge -, i nostri parenti e i nostri amici forse no. Perciò noialtri mascherina, igiene delle mani, distanze e smettiamola di comportarci da stronzi, grazie». La pandemia come continuazione della lotta di classe con altri mezzi.