Sicilia, i numeri della vergogna per il governo: su 65 nuovi positivi 58 sono immigrati sbarcati
Nello Musumeci non molla, sull’ordinanza libera-Sicilia che ha scatenato le ire del governo e della sinistra. E i numeri, anche oggi, gli danno purtroppo ragione. Il 90% dei nuovi positivi è composto da immigrati ospitati a Lampedusa. Terra di nessuno, ormai, se non del Covid…
Musumeci e le accuse al governo Conte
“E’ caduto nel vuoto l’appello del sindaco Totò Martello, così come il sopralluogo del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Appelli inascoltati, tant’è che ancora oggi la dichiarazione dello ‘stato d’emergenza’ non c’è”, ha detto il governatore Musumeci oggi a Catania, ricordando che “i numeri degli arrivi in Sicilia sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7067 migranti e ad agosto altri tremila. Nel 2019 sono stati a luglio 1088, ad agosto 1268 in tutto il mese”. Numeri impressionanti, che oggi sono stati confermati anche dal bollettino regionale, nel giorno in cui nel resto d’Italia il dato sui contagi ha fatto segnare un decremento.
I numeri che dovrebbero far riflettere…
Sono 65 i nuovi casi di Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia. Di questi 58, fa sapere la Regione siciliana, 58 sono migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa. Con i nuovi casi nell’Isola il numero dei positivi sale a 947 (4.067 da inizio emergenza) mentre il numero complessivo dei guariti 2.834, 21 in più rispetto a ieri. Stabile, invece, il numero delle vittime: 286 dall’inizio dell’emergenza.
I dati sono contenuti nel quotidiano report del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità. Dei 947 positivi i ricoverati con sintomi sono 54, mentre quelli in terapia intensiva sono 9, altri 884 sono in isolamento domiciliare. Questa la ripartizione dei nuovi casi su base provinciale: 59 a Palermo, 3 a Catania, uno ciascuno a Messina, Siracusa e Ragusa.
I campi di concentramento per infetti
A Catania per illustrare l’ordinanza sullo sgombero degli hotspot e dei Centri di accoglienza per i migranti, con le relative modalità di attuazione Musumeci (oggi preso di mira perfino da un prete, che vuole vietare le Messe a chi la pensa come il presidente…) ha evidenziato che “da parte nostra non c’è alcuna volontà di scontro con lo Stato centrale anche perché lo Stato siamo noi. La Regione, i Comuni, le ex province. Dal governo centrale ci attendiamo lo stesso rispetto“. “Invece di rispondere con atti concreti sull’emergenza immigrazione, il governo centrale trova la soluzione: creiamo campi di concentramento, che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. Ci troviamo con tende che ci ricordano luoghi e scene da dimenticare assolutamente”, ha sottolineato.
Il provvedimento è stato firmato dal governatore sabato notte. “Ad atteggiamenti improntati – ha aggiunto – ad arroganza, superficialità o ai silenzi che fanno perdere tempo alla risoluzione dei problemi noi diciamo no”.