Scuola, le Regioni danno l’ultimatum al governo: «Sciogliere il nodo trasporti o sarà caos»

26 Ago 2020 15:10 - di Redazione
scuola

Per le Regioni è quello dei trasporti il nodo da sciogliere in vista della riapertura della scuola o si rischia “il caos”. Questa, a  la preoccupazione espressa nella riunione con il governo. Confronto avvenuto in videoconferenza tra i ministri degli Affari regionali, della Salute, dell’Istruzione, e dei Trasporti e i rappresentati delle Regioni per quanto riguarda la riapertura delle scuole. Sulla scuola si consuma, dunque, un nuovo scontro. I governatori, guidati dal presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini, non hanno usato mezze parole. O si arriva a un’intesa «chiarendo i limiti delle capienze o si rischia il caos. Non ce la facciamo». Al termine dell’incontro lo stesso Bonaccini ha poi spiegato: «Sui trasporti, il governo si è preso qualche altro giorno, abbiamo chiesto l’aumento della capienza a sedere, tra pochi giorni ci sarà una decisione definitiva. Domani ci sarà un incontro della Conferenza delle Regioni sul documento che l’Iss ha inviato alle Regioni per la gestione del Covid nelle scuole. Noi abbiamo dato il via libera, entro domani sera si troverà l’accordo che spero sia unanime».

Scuola, il nodo dei trasporti

Tutta la querelle nasce da quanto detto Comitato tecnico scientifico e ribadito lunedì a Palazzo Chigi. In sostanza, dovrà esserci il distanziamento di un metro tra gli alunni. Un limite, affermano i governatori, che porterebbe il trasporto pubblico urbano ed extraurbano a viaggiare al 50-60% della capienza. E quindi la metà degli studenti rischia di restare concretamente a terra.

Fontana: «Solo dubbi e incertezze»

«Dal governo solo dubbi e incertezze. Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili. Non è più possibile andare oltre». Parte da questa considerazione il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per commentare il confronto col governo. «È giusto fare questa premessa perché siano chiare le responsabilità di un disordinato e inaccettabile avvio del nuovo anno scolastico», sottolinea il governatore lombardo. «Il ministro dell’Istruzione ha confermato che non è stata ancora completata l'”immissione in ruolo” dei docenti, a cui dovranno seguire almeno altre due fasi. Solo domani dovrebbe cominciare la così detta “chiamata veloce” a cui dovrà poi seguire quella dell’assegnazione delle supplenze. È quindi poco chiaro come tutte queste complesse operazioni possano concludersi entro il 14 settembre».

 

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