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Rientro a scuola

Scuola, i presidi non ne possono più: «Rischiamo il tracollo, la Azzolina non ne azzecca una»

Politica - di Gabriele Alberti - 17 Agosto 2020 - AGGIORNATO 18 Agosto 2020 alle 11:42

Rientro a scuola, non si capisce niente. Si naviga a vista. I presidi sui quali graverà questa pessima gestione del rientro a settembre sono avvelenati. Basta prese in giro. Fateci capire qualcosa. Sotto accusa il ministro Lucia Azzolina, ma anche il governo tutto e il comitato tecnico scientifico. le circolari sono contraddittorie, inadeguate. “Grande incertezza sul futuro dell’apertura della scuola: tutto vola sulle ali del vedremo, valuteremo, decideremo. Siamo a meno 27, anzi a meno 20 giorni per la scuola dell’infanzia de ancora non sappiamo se ci sarà un cancello aperto. Mancava un consistente piano d’azione e lo sapevamo un po’ tutti”.  Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola, è sconcertata.

I presidi contro il governo: «Non avete neanche un piano B»

“Purtroppo non c’è neppure un piano B. – sottolinea Gissi – In compenso siamo al sesto/settimo monitoraggio e in ogni rilevazione si sollecita attenzione e gestione oculata delle risorse perché la Corte dei Conti e il Mef sono in agguato. Come dice Zunino, la scuola si arrangerà ma non ha poteri taumaturgici; la scienza determinerà se c’è o non c’è un pericolo ma sono i politici e il Governo che devono fare il resto . Mi chiedo quando proporranno alla protezione civile di intervenire con procedure d’urgenza (tensostrutture, arredi e requisizione di spazi)”. Presidi e dirigenti hanno idee più chiare dell’attuale sconclusionata classe politica.

Online sul sito dell’Associazione Nazionale Presidi c’è ora un  vademecum per l’avvio dell’anno scolastico:  “I dirigenti scolastici chiedono risorse adeguate per organizzare e gestire al meglio il rientro a scuola in sicurezza. – afferma Antonello Giannelli presidente di Anp – Servono locali, banchi monoposto e un ampliamento dell’organico. Non si devono vanificare gli enormi sforzi profusi dai Presidi, dai loro collaboratori, dal Ministero e dai suoi uffici territoriali, dagli enti locali affinché la ripartenza avvenga per tutti nella massima sicurezza”.

“Quando ci consegnate i nuovi banchi?”

“Ora, per esempio, – sottolinea Giannelli – dirigenti chiedono di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto. Non è possibile che lo vengano a sapere all’ultimo momento: l’organizzazione richiede tempo. È impensabile che la mascherina sia l’unica arma di difesa dal contagio, perché sappiamo benissimo quanto sia faticoso, per gli alunni e per il personale, indossarla per ore”.

Azzolina semina incertezze e il Cts non dà risposte

Tolta la classe politica, di cui evidenziano il fallimento,  i presidi rivolgono un altolà al Cts: “Auspichiamo che il prossimo 19 agosto vengano emesse da parte del Cts indicazioni chiare, puntuali e non contraddittorie; su cui le scuole potranno basarsi per predisporre l’avvio del nuovo anno scolastico nella massima sicurezza: per gli studenti, i docenti e tutto il personale. Ha lasciato infatti perplessi non solo i presidi e i docenti ma anche le famiglie il comunicato del Cts  del 12 agosto: vi si  faceva esplicito riferimento all’uso delle mascherine di fronte all’impossibilità di mantenere il distanziamento previsto”. Lo dichiara  Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale preside del Lazio.

Rientro a scuola: “Diteci le date”

I presidi chiedono inoltre di conoscere il calendario di consegna dei banchi monoposto;  ricordano poi che le mascherine non bastano a garantire la sicurezza di studenti e insegnanti. Chiedono che in ogni istituto sia istituito un presidio sanitario con la formazione di personale ad hoc.  Ma il problema è che un protocollo sanitario certo ancora non c’è. Si naviga a vista, forse nell’illusione che basta chiudere le discoteche per risolvere i problemi della scuola e dei giovani. I presidi  chiedono serietà e sano realismo. C’è il rischio di un fai-da-te incomprensibile e pericoloso. “Sottolineo che nei casi di scuole primarie che non riescano a mantenere il distanziamento, l’uso obbligatorio delle mascherine per i bambini più piccoli non potrebbe essere efficacemente garantito” , conclude il rappresentante dei presidei del Lazio. Che chiede test sierologici per tutto il personale scolastico.

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di Gabriele Alberti - 17 Agosto 2020