Regionali, Renzi “vede” la sconfitta e già lavora al dopo-Conte: “Un nome credibile è Draghi””

28 Ago 2020 12:46 - di Marta Lima

Il messaggio a Conte è dal chiaro stampo “renziano”, una sorta di “stai sereno” che prelude a trame oscure già ampiamente scritte e verificate. “Sul Mes, credo che Conte debba battere un colpo. Dire no al fondo è un suicidio per un Paese indebitato. Che stiamo aspettando? Dal Mes capiremo che vuol fare Conte da grande. Se chiede il Mes significa che vuole guidare l’Italia. Se non chiede il Mes, significa che vuole guidare solo i grillini. A lui la scelta”.

Se non è un ultimatum questo… Un messaggio che arriva condito anche dall’alternativa a Conte, Mario Draghi, nei giorni in cui Renzi dà lezioni di politica ai giovani nel suo “buen ritiro” di Castrocaro, tra Covid, scuola, distanziamenti sociali e soprattutto politici dall’attuale maggioranza.

Renzi silura Conte in previsione della sconfitta alla Regionali

Immaginare che Renzi stia tifando per una sconfitta del centrosinistra e dei grillini alle prossime Regionali forse è troppo, o forse troppo poco. Sicuramente è quello che emerge dall’intervista a La Repubblica‘, nella quale lancia il suo ultimatum a Conte sul Mes: “Ci sono 200 miliardi da spendere, presi in Europa perché abbiamo mandato a casa Salvini e messo in minoranza i sovranisti: una mossa che mi è costata molto, ma che rivendico perché serviva al Paese. Ora questi soldi vanno spesi bene, in una cornice in cui la disoccupazione farà molto male. Da ottobre iniziano tempi durissimi. O c’è un esecutivo politico forte, come spero, o si farà strada l’ipotesi di un governo tecnico o di unità nazionale”.

Draghi? Un nome credibile dopo un bel discorso…

‘Draghi è il nome più credibile, una riserva della Repubblica – prosegue il leader di Italia Viva -. E il suo discorso di Rimini è molto bello. Eviterei però di tirarlo per la giacchetta. Non adesso almeno. Il governo Conte ha rassicurato gli italiani durante il lockdown. Ora va capito se ha la forza di indicare una strada per il futuro. Noi lo sosteniamo, ma le risposte oggi devono venire da Chigi e dai ministeri: tocca a loro”.

Sul referendum Italia Viva non si sbilancia

”Libertà di voto. Non condivido chi parla di attacco alla democrazia, ma neanche l’entusiasmo grillino sulla ‘svolta storica’. Non è una svolta, è uno spot: taglia i i parlamentari, ma lascia intatti i problemi del bicameralismo perfetto”. Questa la posizione di Italia Viva sul referendum, con messaggio incorporato all’altra sua bestia nera: ”Di Maio – dice – si sta impegnando sulla politica estera, dove è passato con profitto dal seguire i Gilet Gialli a Macron. Bene così…. attacca Renzi. E la guerriglia continua.

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