La rabbia degli agenti di polizia: «I migranti ci prendono a sassate e noi dobbiamo stare zitti»
La situazione all’ex Caserma Serena di Treviso è incandescente. Prosegue il duro sfogo degli agenti di Polizia. Presi a botte e a sassate dai migranti, insultati e irrisi continuamente. Sono allo stremo. E avviliti, esasperati. Dopo settimane di continue ronde, insulti, minacce, botte e sassaiole, i poliziotti in servizio nel centro migranti si ribellano: la situazione è ormai fuori controllo nella città veneta, dove i migranti ospitati da settimane tempestano gli agenti. Il Sap, sindacato autonomo di polizia, che ha già levato la sua voce, torna di nuovo a ventilare una possibile clamorosa protesta “incisiva”. Perché così non può andare avanti: “Il livello di guardia è superato”. E da un pezzo.
«Sfiniti»: il Sap alza la voce contro il governo
L’ex Caserma Serena di Treviso è ormai diventato il più grande focolaio di Covid del Paese: con 260 contagi su 300 ospiti. Quasi quotidianamente si accendono risse e rivolte all’interno del centro di accoglienza. Il sindacato autonomo di polizia ha prodotto una nota ufficiale per far sentire la rabbia dei poliziotti di Treviso. Ma che poi è quella dei poliziotti tutti, che in varie parti del Paese sono in prima linea nel fronteggiare situazioni limite. “Siamo sfiniti dall’essere usati come guardiani di una struttura di richiedenti asilo che dall’interno tira sassi mentre sei di vigilanza. E tutto passa in sordina per non agitare gli animi”, alza la voce.
“Noi agenti di polizia, come carne da macello”
Sono stanchi di essere usati come carne da macello, per poi essere insultati e vilipesi quando tentano di ristabilire l’ordine. “Siamo sfiniti di stare in quarantene Covid preventive dopo aver avuto contatti con richiedenti asilo positivi; e questi invece decidono a modo loro se fare o no la quarantena. Sfiniti nel vedere la politica usare un momento di criticità come questo per indirizzare il prossimo voto elettorale. Sfiniti di vedersi ritirare dai presidi sul territorio lasciando città sguarnite, per essere impiegati a piantonare frontiere e centri di accoglienza vari”.
I poliziotti puntano il dito sulle “quotidiane schizofrenie di un apparato politico incapace di gestire le situazioni difficili” e si dicono “sfiniti dalle richieste di gestire con sistemi di ordine pubblico fenomeni di massa come le immigrazioni di cui la politica si è occupata solo un senso di buonismo elettorale“. Alla fine della lettera, il Sindacato autonomo di polizia alza la voce: “Siamo talmente sfiniti che forse è il momento di iniziare da parte nostra qualche picchetto di presidio dei centri istituzionali un po’ troppo distratti dagli eterni errori commessi. Stiamo pensando a qualche vera ed incisiva forma di protesta. Il livello di guardia è superato”.