Il virus riprende il galoppo: 552 casi odierni. L’infettivologo Bassetti: controlli più stretti su chi arriva
Il dato non è incoraggiante. Salgono ancora i nuovi casi di Coronavirus in Italia: 552 contagi nelle ultime 24 ore, 249.756 da inizio emergenza. Tale l’esito del report giornaliero diffuso dal Ministero della Salute e pubblicato sul sito della Protezione Civile. Ieri i casi erano stati 402.
Nessuna regione a zero contagi
In tutte le regioni italiane c’è stato almeno un nuovo caso di Coronavirus nelle ultime 24 ore. E ancora una volta i migranti positivi fanno lievitare il numero dei contagi. Accade in Sicilia, dove su 24 nuovi casi 17 sono di migranti infetti. E accade in Basilicata dove su 21 nuovi casi 20 riguardano il focolaio del centro di accoglienza all’Hotel Old West a Ferrandina, in provincia di Matera. Il Veneto è attualmente la regione con più nuovi contagi, 183 da ieri, seguita da Lombardia (69) ed Emilia-Romagna (54).
Sono tre i morti con Coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, 35.190 le vittime da inizio emergenza.
Bassetti: controllare chi arriva con i barconi, gli aerei, i pullman
Per l’infettivologo Matteo Bassetti ancora non è il caso di allarmarsi troppo. Per il medico, l’unico dato da monitorare con attenzione è quello dei ricoveri, in particolare in terapia intensiva, che al momento sembra essere incoraggiante.
A preoccuparlo, invece, i diversi criteri di ricovero nelle varie regioni che andrebbero unificati: «È impossibile e scorretto ricoverare chiunque abbia solo 37,5 di febbre». E chiede un maggiore controllo sugli arrivi: «Penso a quanti arrivano con i barconi, ma soprattutto con aerei, auto private e pullman». Il suo timore è che tante persone infette, che arrivano in Italia dai Paesi a rischio, non vengano intercettate. Infine invita a rispettare il distanziamento e indossare le mascherine: «Il dato di oggi non deve allarmarci, ma spingerci a tenere alta la guardia».
L’Oms: casi in aumento tra giovani e bambini
L’Oms annuncia intanto che il Covid si va diffondendo anche tra giovanissimi e bambini. I casi fra i bimbi fino a 4 anni d’età, dal 24 febbraio al 12 luglio, sono aumentati di ben 7 volte, di 6 i contagi nella fascia 5-24 anni e di 3 volte quelli fra i 25 e i 64 anni d’età. Questi ultimi si confermano la maggioranza (64%) dei casi di Covid.
L’aumento dei casi di Covid fra i più giovani, in particolare bambini – spiega l’Oms – può essere dovuto a una serie di fattori come il fatto che all’inizio tamponi e test erano concentrati fra le persone con sintomi più rilevanti, più frequenti fra gli anziani; ma anche una maggiore attenzione a scovare i casi paucisintomatici, la maggior parte dei quali tendono a essere più giovani; una maggiore disponibilità di tamponi; lo scoppio di focolai in Paesi più giovani e la movida, con comportamenti a rischio dopo l’allentamento delle misure anti-Covid, come il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine.