Il Tar conferma la chiusura delle discoteche. I gestori: “Dilagheranno rave party e feste abusive”

19 Ago 2020 13:14 - di Penelope Corrado

«Era una decisione prevedibile. Noi chiedevamo la riapertura immediata delle discoteche ma il giudice ha ritenuto prioritaria la tutela della salute pubblica per mantenere sotto controllo l’emergenza sanitaria. Lo ribadisco: noi non ci sentiamo responsabili del contagio». Così Maurizio Pasca, presidente del Silb-Fipe, associazione che rappresenta le imprese del settore delle discoteche e dei locali notturni, commenta il no del Tar del Lazio alla riapertura delle discoteche.

“Ora i giovani faranno feste abusive”

«Ora ci sarà un proliferare di abusivismo nel settore. C’è stato un rave party di 1500 persone vicino a Cremona che nessuno ha controllato, nel Salento si stanno organizzando feste private. I 2-3 milioni di giovani che si vogliono divertire andranno in luoghi improvvisati, insicuri e abusivi. Non sarebbe stato più giusto tenerli in luoghi controllati? Noi certo non potevamo mantenere il distanziamento sociale ma provvedevamo alla sanificazione dei locali, prendevamo la temperatura all’ingresso, l’entrata era su prenotazione e prendevamo i nominativi per il possibile tracciamento».

“8 discoteche su 10 a rischio fallimento”

«Nel ricorso abbiamo anche chiesto i danni derivanti dalla chiusura delle discoteche estive e su questo si pronuncerà la camera collegiale del Tribunale fissata per il 9 settembre. Nel frattempo va avanti il tavolo con il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli per discutere dei sostegni economici. Sul tavolo metteremo anche il tema del 70-80% delle discoteche, chiuse da febbraio, che stanno fallendo”.

Il Tar del Lazio respinge il ricorso del Silb

Il Tar del Lazio ha depositato stamattina alle 9 la sentenza, a meno di 24 ore dall’istanza del Silb. Si tratta di una decisione cautelare monocratica, in attesa della decisione collegiale già fissata per la prima udienza utile, quella del 9 settembre. Il Tar Lazio, nell’ordinanza presidenziale spiega anche che ”la natura dei danni ne consente in linea di principio la successiva reintegrazione anche per equivalente, nel caso che il giudizio abbia esito favorevole alla parte ricorrente” e fa cenno anche alla ”comune volontà della Conferenza dei presidenti delle regioni e del Ministero dello sviluppo economico di aprire con immediatezza un tavolo di confronto con le Associazioni di categoria, al fine di individuare gli interventi economici di sostegno nazionali al settore”.

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