I vegani hanno un partito: il primo tentativo di scendere in politica e presentarsi alle elezioni
I vegani si organizzano e annunciano di entrare in politica. Il primo partito pronto a correre alle elezioni e a mettere il simbolo sulla scheda è in Danimarca. Ma, come accade di solito, subito dopo l’iniziativa si allargherà a macchia d’olio.
Il partito dei vegani pronto al grande passo
Il nome è Veganerpartiet. Era stato fondato nel 2017 con l’obiettivo di difendere i diritti degli animali. Evidentemente, però, questa linea non è bastata. Quindi la decisione: fare il grande passo e lanciare la sfida per entrare in Parlamento.
Punta a quattro deputati nel Folketinget
Secondo quanto riporta Euronews il partito dei vegani ha quasi ottenuto il numero minimo di firme richiesto per correre alle elezioni. Di conseguenza, si sta preparando a inoltrare la richiesta ufficiale al ministero degli Interni. La prossima tornata elettorale è prevista nel 2023. Se riuscirà ad ottenere almeno 70mila voti potrebbe eleggere 4 deputati nel Folketinget, il Parlamento della nazione che ha circa sei milioni di abitanti.
«Chiudere tutti gli allevamenti di bestiame»
Come racconta EuropaToday il portavoce di Corvinius Olesen ha chiesto la chiusura di «tutti gli allevamenti di bestiame a beneficio umano». E ha avvertito le altre formazioni politiche che le avrebbe attaccate mettendo in discussione le loro credenziali ecologiste. «Non si può pretendere di essere un ambientalista mentre si sostiene l’industria degli allevamenti». E neppure «mangiando carne o qualsiasi altro prodotto animale», ha detto Olesen.
In Italia vegani in lotta contro gli spettacoli circensi
In Italia, alcuni giorni fa i vegani hanno chiesto lo stop agli spettacoli con animali al circo. Promotore, il responsabile umbra di Avi (l’Associazione Italiana Vegani), Alice Delicati. «Aumenta considerevolmente il numero di Comuni che non intendono incentivare la diffusione di spettacoli circensi con animali», ha affermato. «Li ritengono diseducativi, violenti, crudeli, il Comune di Castiglione del Lago, in controtendenza, ha ritenuto di ospitare l’attendamento di un circo con animali addirittura per un periodo superiore ad un mese». Da qui la protesta.