Gasparri: «Le colpe di Conte sono evidenti. Ma lui è un cittadino “privilegiato”, quindi… al sicuro»

14 Ago 2020 11:29 - di Massimo Baiocchi
Gasparri

«Le colpe di Conte e del governo sono sotto la luce del sole. La magistratura avrebbe dovuto agire già da tempo. Non per annunciare archiviazioni di denunce ma per mettere l’avvocato Giuseppe Conte nella condizione di non inquinare le prove e di non reiterare il reato qualora si riproponesse, non ce lo auguriamo, l’emergenza». Ad affermarlo è il senatore di Fi e presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, Maurizio Gasparri.

Gasparri: uso politico della Giustizia al contrario

«Intanto mi compiaccio con il Presidente del Consiglio – sottolinea Gasparri in un’intervista al Tempo – che nell’annunciare e confermare l’avviso di garanzia ricevuto assieme ad altri esponenti del governo ci informa che ha potuto sapere dalla Procura che la stessa Procura ritiene infondate queste denunce. Come dire… un cittadino privilegiato. Vediamo che si profila un uso politico della giustizia al contrario. Gli atti verranno inviati al tribunale dei ministri – conclude il senatore di Fi – il quale se condividesse questa valutazione che Conte ha già annunciato, quindi ritenendo infondate le notizie, non succederà nulla».

Il caso della Procura di Bergamo

Alcuni giorni fa Gasparri aveva affrontato il caso Conte-zone rosse. «Bisogna capire che cosa farà ora la Procura di Bergamo. Adesso infatti si è appreso che Conte non ha rispettato per le zone rosse della Lombardia, le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico». «Il premier ha dato varie versioni alla stampa e alla magistratura circa fatti che erano a sua conoscenza fin dal 3 marzo. Quindi, l’inchiesta della Procura di Bergamo dovrebbe essere spedita e senza sconti».

Gasparri: agire in maniera inesorabile

«È evidente», aggiunge Gasparri, «che c’è stato un occultamento di prove. E che chi è al governo può inquinare le prove e potrebbe reiterare il reato, qualora, e non ce lo auguriamo, si dovessero presentare nuove ampie emergenze. Quando si possono inquinare le prove e si può reiterare il reato, la conseguenza notoriamente è una sola. Credo che la Procura di Bergamo conosca i codici e che quindi dovrebbe procedere in maniera inesorabile nei confronti dei vertici del governo».

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