Fisco, al governo Conte non interessa il Covid: scattano 50 scadenze (e si paga la mora)
Niente rinvii ulteriori, niente sconti Covid. Il governo li vuole subito, tanti, maledetti e subito. Niente da fare per i contribuenti che intendono evitare le sanzioni per i pagamenti in ritardo: oggi, 20 agosto, scade infatti il termine per effettuare i versamenti fiscali di luglio, originariamente previsti entro il 30 giugno e poi slittati per l’emergenza Covid, con una maggiorazione dello 0,4% che sostituisce le ordinarie sanzioni.
Fisco, mancano all’appello tre milioni di italiani
Secondo i dati forniti dal sottosegretario al ministero dell’Economia Alessio Villarosa, il mese scorso – spiega il sito di informazione legale laleggepertutti.it – sarebbero già passati alla cassa il 40% dei contribuenti su un totale di 4,5 milioni stimati: quindi mancano ancora all’appello circa 2,7 milioni di soggetti. Gli adempimenti a carico delle partite Iva e delle imprese riguardano il pagamento di Irpef, Ires e Irap, contributi previdenziali e assistenziali, ed anche dell’Iva dovuta sulle fatture elettroniche.
Un salasso con 50 scadenze agostane
“In totale – ricorda quindi laleggepertutti.it – sono più di 50 i versamenti in scadenza (oltre a nuove stangare in arrivo), e comprendono il saldo 2019 e acconto 2020 dell’Irpef, dell’Ires, dell’Irap, l’Iva periodica (liquidazione mensile o trimestrale), il pagamento del saldo della cedolare secca per il 2019 e il primo acconto di quest’anno. Ancora, ci sono da versare i contributi previdenziali e assistenziali e le imposte dovute sulla base della dichiarazione dei redditi per titolari di partita Iva e soci di società. Poi occorre pagare l’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel secondo trimestre 2020 (superiori a 1.000 euro), e il diritto annuale di iscrizione alla Camera di commercio.
Nessun rinvio da parte del governo Conte
Sono rimaste inascoltate dal Governo le richieste di rinvio arrivate da più parti, con i commercialisti in prima fila: stavolta il termine non è slittato, nonostante il rischio di ‘ingorgo fiscale’ per la concentrazione di tutte le scadenze in pochi giorni. Il ministero dell’Economia deve fare i conti con il calo del gettito delle entrate tributarie durante il primo semestre (quasi 20 miliardi in meno, di cui 11 di Iva) e non vuole far mancare questa importante quota di risorse, necessarie per le casse dello Stato in vista della predisposizione della legge di Bilancio 2021. Ma c’è il rischio nascosto di uno ‘sciopero fiscale’, non certo preordinato ma dovuto al fatto che si prevede che molti contribuenti, per varie ragioni, non si presenteranno comunque alla cassa entro il termine prefissato di oggi”, spiega il sito di informazione legale.