Da novembre cambiano le preghiere, dal “Padre Nostro” al “Gloria”: ecco come saranno
I testi delle preghiere cambiano. Ci sono modifiche e alcune l’hanno già rese note. Papa Francesco ha ricevuto in udienza il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. L’incontro ha avuto – come punto cruciale – la presentazione al Pontefice il nuovo Messale Romano. È il frutto di un percorso lungo 16 anni. Dopo l’approvazione, nel novembre 2018 della plenaria dei vescovi, la nuova edizione italiana aveva ottenuto l’ok di Bergoglio. Che poi ha approvato la promulgazione dopo il giudizio positivo della Congregazione per il culto divino.
Come cambiano le preghiere
Tra le novità, traduzioni diverse del Padre Nostro e del Gloria. In particolare nella preghiera insegnataci da Gesù l’invocazione Non ci indurre in tentazione lascia al posto a Non abbandonarci alla tentazione. E all’espressione come noi li rimettiamo viene aggiunto un “anche”. Quindi diventa come anche noi li rimettiamo. Per quanto riguarda il Gloria, poi, Pace in terra agli uomini di buona volontà cambia. La nuova formulazione è Pace in terra agli uomini, amati dal Signore. Il Padre Nostro già in alcune parrocchie viene recitata con la nuova formulazione. Tuttavia, il via libera ufficiale per tutti sarà da novembre.
Nelle prossime settimane la consegna nelle parrocchie
Si rivoluzionano alcune preghiere, dunque. Il Messale verrà consegnato nelle prossime settimane ai Vescovi italiani e alle parrocchie. Potrà essere usato appena pubblicato e diventerà obbligatorio dalla prossima Domenica di Pasqua (4 aprile 2021). Questa edizione è stata approvata secondo le delibere dell’Episcopato e ha ricevuto l’approvazione da papa Francesco il 16 maggio 2019. «Oltre alle variazioni e agli arricchimenti della terza edizione tipica latina», spiegano i Vescovi, «propone altri testi facoltativi di nuova composizione, maggiormente rispondenti al linguaggio e alle situazioni pastorali delle comunità. E in gran parte già utilizzati a partire dalla seconda edizione in lingua italiana del 1983».
Le preghiere e lo strumento liturgico
«Il libro del Messale – spiega Bassetti – non è soltanto uno strumento liturgico. È anche un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa, il suo desiderio di entrare nel mistero pasquale. Di attuarlo nella celebrazione e di tradurlo nella vita. La riconsegna del Messale diventa così un’occasione preziosa di formazione per tutti i battezzati, invitati a riscoprire la grazia e la forza del celebrare, il suo linguaggio – fatto di gesti e parole – e il suo essere nutrimento per una piena conversione del cuore».